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L'Abruzzo dei parchi...
Provincia di L'Aquila
Parco Regionale Sirente – Velino
Notizie generali:
Anno di istituzione:
1989 (L.R. 54 del 13 luglio); Estensione: 59.186 ettari;
Regioni: Abruzzo; Province: L'Aquila; Sede: Rocca di Mezzo (Aq) - tel. 0862 917880; sede operativa: Via
dell'Aia - 67029 Secinaro (Aq) - tel.0862 797775; Simbolo: impronta d'Orso;
Peculiarità:
L'Altipiano delle
Rocche, con i centri turistici di Ovindoli,
Rocca di Cambio
e Rocca di Mezzo segna il punto di
convergenza tra il massiccio del Velino e quello del
Sirente. Il Velino presenta interessanti aspetti geologici, come i
"massi erratici", le rocce montonate, i numerosi
circhi glaciali ed uno specchio lacustre (il lago della
Duchessa) posto a 1800 metri di quota, mentre le sue valli
custodiscono rarità botaniche come la betulla (insolita
nel paesaggio appenninico e testimonianza di epoche ben più fredde delle
attuali) o faunistiche come le aquile ormai stazionarie su
questa aspra montagna o i grifoni, avvoltoi da poco
reintrodotti dopo studi sulla loro precedente esistenza. Il Sirente si caratterizza invece per l'estensione delle
faggete che ammantano le sue pendici offrendo rifugio a
numerosi animali, tra cui l'elusivo gatto selvatico.
Tracce rinvenute in più punti sembrerebbero inoltre confermare la
presenza dell'orso anche in questo Parco.
Come il contiguo Velino, anche il Sirente è
soggetto a particolari curiosità geologiche legate al carsismo
che, dall'altipiano delle Rocche, attraversa la montagna e crea
splendide grotte vive (perché attraversate da un fiume
sotterraneo) a Stiffe, piccolo centro della valle
dell'Aterno a pochi chilometri da L'Aquila.
Flora:
Nel territorio della riserva si possono riconoscere gran parte delle
tipologie tipiche degli Appennini centrali pur se i rapporti
quantitativi in termini di superficie e le relative quote presentano
caratteristiche del tutto peculiari. Ad esempio la fascia dei
querceti caducifogli, a causa delle locali caratteristiche
climatiche e geomorfologiche, è particolarmente diffusa nel versante
sud del massiccio e fino a limiti altitudinali inconsueti. Si
riporta di seguito un prospetto delle principali unità vegetazionali
dell'area: 1) popolamenti rupestri 2) popolamenti delle coltri clastiche montane e sopramontane
3) praterie sopramontanee 4) gramineti 5)cespuglieti sopramontani
6) faggete 7) praterie montane mesofile. 8) praterie montane xerofile
9) querceti: boschi xerotermofili 10) stazione relitta di Betulla (Betula pendula): localizzata nel
Vallone di Teve, di ca. 800 esemplari.
Fauna:
La fauna della Riserva si presenta particolarmente ricca sia grazie
all'attenta opera di tutela esercitata ormai da decenni sia per gli
impegnativi interventi attivi di gestione che vi sono stati operati.
Tra i mammiferi le presenze di maggiore rilievo riguardano l'orso
bruno marsicano (Ursus arctors marsicanus) con segnalazione di
individui erratici, il lupo (Canis lupus), gatto selvatico (Felis
silvestris), il capriolo (Capreolus capreolus) diffusosi negli anni
recenti a seguito dei numerosi interventi di reintroduzione operati
in varie zone dell'Italia centrale. La reintroduzione del cervo (Cervus elaphus) è stata invece operata
dal CFS all'interno della riserva a partire negli anni '90 ed il
numero degli esemplari presenti stabilmente e diffusi nelle aree
circostanti è ormai di qualche centinaio. L'avifauna del Velino, annoverando un'ampia diversità di specie
anche rare, costituisce un elemento naturalistico di grande
interesse ulteriormente accresciuto dalle riuscite operazioni di
reintroduzione del grifone (Gyps fulvus) e del corvo imperiale
(Corvus corax) operate negli anni recenti. Il grifone, estintosi nell'area già da molti secoli a causa delle
persecuzioni subite, ha oggi rioccupato le pareti rocciose dell'area
dove ha costituito una numerosa colonia. Il corvo imperiale,
estintosi invece in epoche più recenti, si è anch'esso riadattato
alle condizioni ecologiche della riserva. Tra gli uccelli che nidificano nella riserva ricordiamo anche
l'aquila reale (Aquila chrysaetos), il Falco pellegrino (Falco
peregrinus) e il Lanario (Falco biarmicus).
Comuni: 22
F =
facile
M = medio
D =
difficile |
Vette:
Monte Velino (M.2487)
Monte Cafornia (M.2424)
Monte
Magnola (M.2223)
Monte Cagno (M.2152)
Monte Rotondo (M.2062)
Monte
Sirente (M.2349)
Monte di Canale (M.2107)
Colle di Mandra Murata
(M.1948)
La Serra (M.1923) |
Escursioni e passeggiate:
Anello di Colle dell'Orso (Velino)
Partenza:
Rocca di Mezzo (Aq), località Capo di Pezza Dislivello in salita:
M. 640 Tempo di percorrenza: A/R h 4.30 Difficoltà: E (F)
Da
Rocca di Mezzo si imbocca la
strada che, superato il Vado di Pezza, entra nell'omonimo
Piano per giungere fino all'imbocco di
Capo di Pezza,
in primavera punteggiato da una moltitudine di fioriture. Si segue l'itinerario che entra nel
bosco e, mantenendo la
sinistra, raggiunge una zona di alto valore geologico, testimoniato
dagli evidenti circhi glaciali che scavano i fianchi della
montagna. Il superamento di un breve ma faticoso brecciaio
permette di raggiungere il valico di
Colle
dell'Orso,
panoramico belvedere dominato dalla mole del Velino. Il ritorno avviene lungo il sentiero che tocca il
Rifugio
Sebastiani, in
strategica posizione per itinerari tra Lazio e Abruzzo e,
di seguito, si guadagna il sentiero dell'andata
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Le Gole di Celano (Sirente)
Partenza:
Celano (Aq) Dislivello in salita:
M. 570 Tempo di percorrenza: A/h 3.00 R/ h 2.30 Difficoltà: E (F)
Le gole, scavate dal
torrente Foce che nasce dalle risorgive della piana
di Ovindoli, sono tra le più conosciute in ambito
escursionistico per scorci paesaggistici ed entità naturalistiche
incontrate. Pur non presentando grandi difficoltà, l'itinerario è da effettuare in
estate e comunque quando il letto del torrente è asciutto.
Da
Celano si percorre la sterrata che giunge all'imbocco della
gola. Ci si inoltra
immediatamente in una serie di strettoie che via via sembrano
rinserrarsi sempre più ed innalzarsi fino ad un centinaio di metri dal
greto. Per effetto carsico, l'acqua del Foce percorre il suo
tragitto ora in superficie ora tra le rocce, ma non impedisce di
proseguire la risalita del canyon. A metà del cammino è possibile una breve
deviazione per
raggiungere la
Fonte degli
Innamorati che
zampilla da uno sgrottamento e permette di ritemprarsi prima dell'ultima
fatica. Con breve, ma ripida salita, si supera il costone che immette
sulla verde
Val d'Arano
distesa sotto le propaggini del Sirente. Da qui è
possibile ritornare per lo stesso itinerario oppure raggiungere la
vicina Ovindoli e, con mezzi
di linea, ridiscendere verso
Celano.
|
PROVINCIA DELL'AQUILA:
Acciano
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
401 (accianesi)
Altitudine: 600 metri slm
Comune: Tel. 0864/799132 Fax 0864/799144
Il piccolo paese è arrocato sulla montagna
che dà sul fiume Aterno con un suggestivo fondale naturalistico, del
Parco regionale del Sirente-Velino, il paese conserva la chiesa
parrocchiale dei SS. Pietro e Lorenzo, a tre navate, con un notevole
portale rinascimentale datato al 1534, con una lunetta ad affresco.
Pregevole è anche il battistero. Da visitare è anche la fontana
rinascimentale costituita da una vasca a forma di elle rovesciata e
all’interno due mascheroni in pietra. Nelle frazioni di Beffi e di
Roccapreturo possono essere visitati i resti degli antichi borghi
medievali. Di origine longobarda, Acciano conserva, nelle vicinanze del
centro urbano, case fortificate di origine medievale. Il borgo, nel XIV
secolo fu donato da Carlo III di Durazzo al fratello del vescovo
dell'Aquila.
Frazioni:
Beffi, Roccapreturo, San Lorenzo,
Succiano.
Beffi
Minuscolo ed affascinante borgo
fortificato, conservato quasi interamente nel suo impianto
medievale, si divideva in "tre ville": Beffi, S. Lorenzo e
Succiano. La sua torre castellata, a pianta poligonale
irregolare con recinto merlato e porta di ingresso con arco a
sesto acuto, è posta in posizione d'avvistamento e difesa
all'interno di un sistema difensivo più ampio, collegato alle
torri di Roccapreturo e di Goriano Valli, posizionate a difesa
del contado aquilano. |
Roccapreturo |
Da visitare:
Il piccolo borgo conserva ancora
l'aspetto tipicamente medievale, con le case arroccate e strette le
una con le altre in ripidi vicoletti.
Tra gli edifici più importanti di
Acciano ricordiamo la Chiesa dei santi Pietro e Lorenzo, eretta nel
XVI secolo in stile rinascimentale. L'interno a tre navate conserva
opere di artisti locali. |
Manifestazioni:
(Periodo di Pentecoste):
Festa della Madonna della Valle,
(30 e 31 Maggio): Festa di Santa Petronilla,
(Prima Domenica di Giugno): Festa di
Sant'Erasmo,
(Fine
Luglio): Sagra degli Arrosticini, tartufo e vino,
(Prima Domenica di Novembre): Fiera di Beffi.
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Aielli
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Valle del Giovenco
Abitanti:
1477 (aiellesi)
Altitudine: 1021 metri slm
Comune: Tel. 0863/789139
Il paese è situato sulle falde del monte
Sirente e domina la Marsica. Sorto nell'Alto Medioevo e conosciuto come
Castrum Agelli, il comune conserva ancora strutture medievali di un
certo interesse. Il paese, posto su un colle dominante la piana del
Fucino conserva in forma di rudere il castello fatto erigere da Ruggero,
conte di Celano, nel 1356. Della costruzione rimane oggi una torre
circolare all’esterno ed ottagonale all’interno. Poche sono le
testimonianze ralative alla prima fase di edificazione della Chiesa
della S.S.Trinità della quale si conserva un portale datato al 1479 e lo
stemma crociato di Piccolomini. All’interno è una croce processionale,
opera di oreficeria della scuola sulmonese del primo rinascimento. Poco
distante è la chiesa di S. Rocco, del XVI sec. Ad Aielli Stazione,
inoltre, c’è la bella chiesa di S. Adolfo, costruita negli anni trenta
con la collaborazione dello scultore Arturo Dazzi. Al di sopra
dell’abitato, sulla vetta del monte Secino ci sono i resti di una cinta
di mura italiche.
Frazioni: Aielli Stazione, Sardellino, Contrada Vicenna.
Da visitare:
Ruderi del castello con la torre circolare;
Vecchio borgo medievale;
Portale della Chiesa della SS. Trinità del XV secolo;
La chiesa di
S. Rocco;
La chiesa di S. Adolfo.
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Manifestazioni:
(Agosto): Sagra degli amaretti.
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Castel di
Ieri (AQ)
http://www.viaggioinabruzzo.it
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
405 (casteldieresi)
Altitudine: 519 metri slm
Comune: Tel. 0864/79168 Fax 0864/79168
All'interno del parco del Velino-Sirente,
il paese basa la propria sua economia sull'agricoltura. Nelle sue
vicinanze sono stati rinvenuti numerosi reperti di epoca preromana.
Nell'antichità il borgo era conosciuto con il nome di Castel Ilari. I
rinvenimenti di epoca romana attestano la frequentazione del sito già
dalle fasi antiche. Chiamato anticamente Castel Ilare, il nome fu
trasformato poi in Castel Perio e Castel Iesio. Nel XVIII secolo fu
feudo dei Barberini e fino alla metà dell’800 fece parte del Comune di
Goriano Sicoli. Domina sull’altura una torre
quadrangolare,verosimilmente usata come torre di avvistamento nel XV
sec.
Frazioni: Nessuna Frazione.
Da visitare:
Resti di centri fortificati italici sulle
alture di Rava Fracide, Ara la Serra e Rava del Barile;
Templi
italico-romani lungo la strada per Goriano Sicoli;
Chiesa e romitorio di
Santa Maria di Pietrabona;
Chiesa della Madonna del Soccorso;
Chiesa
parrocchiale di Santa Maria Assunta del 1555, con il corpo di San
Donato;
Porta di accesso con arco gotico;
Torre di avvistamento a pianta
quadrangolare;
Ruderi della chiesa di S. Croce;
Casa medioevale con
portali, bifora ed affresco in facciata della metà del XV secolo.
|
Manifestazioni:
(3 Settembre): Festa di San Donato.
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Castelvecchio Subequo
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
1241 (castelvecchiesi)
Altitudine: 409 metri slm
Comune: Tel. 0864/79117 Fax 0864/797223
Principale centro della valle subequana, il
paese si trova su un territorio di grande rilievo ambientale ma anche
archeologico per la presenza di numerosi reperti di epoca preromana. Il
borgo ebbe grande vitalità nel Medioevo quando fu municipio romano ed
era noto come Superaequum. Immerso nel verde il paese conserva ancora
nella sua struttura alcune case medievali. Tra gli edifici religiosi
merita attenzione la chiesa di S. Francesco, fondata nel Duecento che
custodisce all’interno pregevoli stucchi barocchi di G.B. Gianni e vari
altari dei secoli XVI e XVII. Particolarmente significativo è l’altare
maggiore con ciborio a forma di tempietto in legno di noce riccamente
intagliato.
Frazioni:Nessuna Frazione.
Da visitare:
Resti di centri fortificati
italici sulle alture di Rava Fracide, Ara la Serra e Rava del
Barile;
Templi italico-romani lungo
la strada per Goriano Sicoli:
Chiesa e romitorio di Santa
Maria di Pietrabona;
Chiesa della Madonna del
Soccorso;
Chiesa parrocchiale di Santa
Maria Assunta del 1555, con il corpo di San Donato;
Porta di accesso con arco
gotico;
Torre di avvistamento a
pianta quadrangolare;
Ruderi della chiesa di S.
Croce;
Casa medioevale con portali,
bifora ed affresco in facciata della metà del XV secolo.
|
Manifestazioni:
(5 Febbraio): Festa di Sant'Agata;
(19 Marzo): Festa di San Giuseppe;
(Seconda Domenica di Maggio): Festa di Sant'Emidio;
(13 Giugno): Festa di Sant'Antonio;
(16 Agosto): Festa di San Rocco.
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Celano
(AQ)
http://www.parcosirentevelino.it
Notizie generali:
Comunità
montana:
della Marsica 1
Abitanti:
10975 (celanesi)
Altitudine: 800 metri slm
Comune: Tel. 0863/791226 Fax 0863/792335
Celano è il centro più importante, dopo
Avezzano, della Marsica. L'agricoltura e la lavorazione dei prodotti
agricoli sono la principale attività della cittadina che vanta anche uno
zuccherificio. Nella zona numerose sono anche le piccole e medie
industrie. La parte storica è raggruppata sotto il maestoso castello che
si trova arroccato sulle prime falde del Monte Velino. Il nome di questo
comune deriva da Cliternum, antica città degli equi. Nel IX secolo
diventa il capoluogo della contea dei Marsi. Come tutti i paesi della
Marsica, Celano è stata praticamente distrutta dal terremoto del 1915.
Posto su una altura che dominava una tempo il lago Fucino, è
caratterizzato urbanisticamnete dalla mole imponente del Castello
edificato nel 1392 da Pietro da Celano nel sec XIV e ultimato da Antonio
Piccolomini nel secolo successivo. L’edificio consta di una pianta
quadrangolare con quattro torri angolari merlate, ed è circondato
tutt’intorno da una cinta muraria dal perimetro irregolare, intervallata
da torrioni cilindrici. All’nterno vi è un grande cortile porticato con
archi a sesto acuto ed una loggia al piano superiore con archi a
tuttosesto con capitelli decorati dal vessillo dei Piccolomini. Nelle
sale è ospitato il Museo di Arte Sacra della Marsica.
Frazioni: Borgo Ottomila, Borgo Quattordici.
Da visitare:
Castello dei Conti di Celano;
Museo di arte sacra ospitato nel
castello;
Chiesa di S. Giovanni Piedimonte;
Chiesa di S. Giovanni Battista ed
Evangelista;
Chiesa di S. Francesco:
Chiesa e Convento di S. Maria di
Valleverde;
Sito preistorico palafitticolo
"Le Paludi" e museo archeologico. |
Manifestazioni:
(17 Gennaio):
Festa di Sant' Antonio;
(24, 25, 26
Agosto): Festa patronale dei Santi Martiri;
(Agosto): Sagra del tartufo.
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Cerchio
(AQ)
http://www.viaggioinabruzzo.it
Notizie generali:
Comunità
montana:
Valle del Giovenco
Abitanti:
1669 (cerchiesi)
Altitudine: 834 metri slm
Comune: Tel. 0863/791226 Fax 0863/792335
Il paese è situato sulle falde del monte
Sirente da dove si gode il bel panorama della conca del Fucino. Il
comune, devastato dal terremoto del 1915, è presumibilmente sorto in
epoca romana tanto che una leggenda vuole che Cerchio sia sorta da un
piccolo gruppo di case costruite intorno ad un circo che i romani misero
sù per le celebrazioni dell'inaugurazione del Claudio, emissario
dell'antico lago del Fucino. Posto nel cuore della marsica il paese
conserva ancora tracce del caratteristico impianto urbano medievale.
Nella chiesa parrocchiale è conservata una croce d’argento di scuola
sulmonese 1484 e nella chiesa di S. Bartolomeo ci sono tre statue di
terracotta del cinquecento. Merita particolare attenzione il Museo
Civico allestito nell’ex convento degli Agostiniani con una sezione
dedicata all’Arte Sacra, l’Etnografia, la Civiltà contadina e i
mestieri.
Frazioni: Nessuna Frazione.
Da visitare:
Chiesa di S. Bartolomeo;
La chiesa
parrocchiale nella quale
troviamo una croce in argento, opera di maestranze sulmonesi;
Il Museo Civico
situato presso l' ex convento degli Agostiniani.
|
Manifestazioni:
(14 Maggio): Festa di Sant'Isidoro;
(26 Giugno): Festa di San Giovanni, San
Paolo e Santa Lucia;
(Agosto): Palio della Ruzica;
(1 Settembre): Fiera della Madonna delle
Grazie.
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Collarmele
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Valle del Giovenco
Abitanti:
1055 (collarmelesi)
Altitudine: 835 metri slm
Comune: Tel. 0863/78126 Fax 0863/789331
Il paese è situato sulle falde del monte
Sirente da dove si domina la conca del Fucino. Negli ultimi anni, nelle
vicinanze dell'abitato, è sorta un'importante centrale eolica. Il
comune, devastato dal terremoto del 1915, è presumibilmente sorto in
epoca preromana quando era conosciuto con il nome di Cerfennia. In
posizione dominante sulla valle del Fucino il paese ha conservato la sua
struttura medievale, dominata da una torre.
Frazioni: Nessuna Frazione.
Da visitare:
La chiesa della
Madonna delle Grazie del
XVI secolo, dalla struttura semplice, rifatta nel corso dei secoli e
dalla facciata bicolore;
Torre di avvistamento normanna a pianta
circolare. |
Manifestazioni:
(9 e 10 Luglio): Festa di Santa Felicita ed
i sette Figli Martiri;
(23 e 24)
Settembre: Festa della Madonna della Mercede.
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Fagnano Alto
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
446 (fagnanesi)
Altitudine: 665 metri slm
Comune: Tel. 0862/86145 Fax 0862/86145
Posto all'interno del parco regionale del
Velino-Sirente, su un colle che dà lo sguardo al fiume Aterno, il paese
ha la caratteristica di essere in quattro agglomerati urbani ben
distinti e separati. Nei secoli scorsi Fagnano Alto era conosciuto con
il nome di Offagianum. il paese mantiene ancora parzialmente intatta la
sua antica struttura. Il Comune è formato essenzialmente da agglomerati
di abitazioni che conservano edifici degni di menzione: nella frazione
Ripa la chiesa di S. Rocco conserva una terracotta dipinta del sec. XV,
raffigurante la Madonna con il Bambino, mentre nella sagrestia è
conservata una croce processionale opera della pregiata oreficeria
sulmonese, databile al XIV secolo. Nella frazione Castello vi sono i
resti di una cinta fortificata verosimilmente fondata dai Vestini.
Frazioni: Opi, Pedicciano, Ripa, Vallecupa, Campana, Castello,
Colle, Corbellino, Frascara, Termine.
Da visitare:
Fr. Castello
Consistenti resti del borgo
fortificato con la torre;
La porta di accesso con ponte
levatoio e porte secondarie;
Ruderi della Chiesa di S. Maria del
XVI secolo;
Fontana medievale. |
Fr. Ripa
Chiesa di S. Antonio;
Chiesa di S. Vittorino;
Chiesa rupestre di S. Rocco.
|
Fr. Campana
Chiesa di S. Giovanni Evangelista
del XVIII secolo;
Antico mulino nei pressi del fiume
Aterno. |
Fr. Termine
Chiesa di S. Carlo. |
Fr. Corbellino
Ruderi della Chiesa e Convento di
S. Sebastiano dei secoli XVI e XVII. |
Fr. Opi
Chiesa benedettina di S. Massimo.
|
Fr. Pedicciano
Chiesa di S. Lucia;
Strutture rurali di terrazzamenti
con pietre a secco nei pressi dell'abitato. |
|
Manifestazioni:
(5 Agosto): Sagra del Tartufo.
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Fontecchio
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
422 (fontecchiani)
Altitudine: 668 metri slm
Comune: Tel. 0862/85131 Fax 0862/85131
Posto all'interno del parco regionale del
Velino-Sirente, su una collina della Valle dell'Aterno, il paese è ricco
di bellezze architettoniche. Una curiosità storica: il borgo fu
distrutto nel corso di una battaglia nel 1648 e da allora, ogni anno, in
ricordo di quel nefasto giorno, le campane scandiscono cinquanta
rintocchi a ricordo dei cinquanta giorni dell'assedio nemico. Numerosi
sono i rinvenimenti di epoca preromana e romana attestati nell’area
dell’attuale abitato che pare si sia formato dall’agglomerarsi di più
centri tra i quali Fons Tichiae. Nel periodo delle sommosse e dei
tumulti del 1648 il paese fu assediato e devastato. A ricordo di questo
episodio la torre campanaria scandisce con il suo orologio cinquanta
rintocchi, tante quante sono le giornate dell’assedio. Passò sotto il
dominio della Famiglia Corvi nel XVIII secolo. Nel territorio di
Fontecchio, Tione e Fagnano, si trovano le “pagliare”. Sono queste
abitazioni collocate a notevole altitudine, realizzate dai contadini
che, per fruire al massimo della natura impervia del loro territorio,
erano costretti a sfruttare le superfici sovrastanti i loro paesi. Le
pagliare erano dimore occupate solo stagionalmente, includenti
abitazione e stalla. Sono un esempio caratteristico della cultura
pastorale e contadina dell’Abruzzo aquilano.
Frazioni: Pagliare di Fontecchio, San Pio.
Da visitare:
Resti di basamento del tempio
italico-romano sotto la Chiesa di S. Maria della Vittoria nei pressi
del fiume Aterno;
Ponte medievale a doppia arcata,
Ponte delle Pietre, sul fiume Aterno;
Piazza del Popolo con botteghe
medievali, l'antico forno e la fontana pubblica del XIV secolo a
pianta poligonale;
Torre medievale, su una delle
porte di accesso al borgo fortificato, con orologio del XV secolo;
Palazzo baronale Corvi e Palazzo
Muzi con loggiati e cortili cinquecenteschi;
Chiesa di S. Nicola;
Chiesa parrocchiale della Madonna
della Pace risalente all'XI secolo;
Chiesa della Madonna delle
Grazie;
Antica conceria;
Chiesa e Convento di S. Francesco
(XIII-XVIII secc.);
Ruderi del Convento dei
Cappuccini risalente al XV secolo. |
Pagliare di Fontecchio
Chiesa rurale di S. Anna
|
San Pio
Chiesa parrocchiale della SS.
Trinità.
Palazzo Corvi con loggiato.
Case e botteghe medievali.
|
Manifestazioni:
(3
Febbraio): Festa di San Biagio;
(29 Luglio-Agosto): Festival Paese in Arte;
(Agosto): Festa rinascimentale con sfilata
in costume e banchetto;
(Seconda domenica di Agosto): Festa di San Biagio.
Escursioni e passeggiate:
F =
facile
M =
medio
D =
difficile |
Itinerario
n. 1
Fontecchio - Castello di FagnanoDislivello
di salita: + 203m
Tempi di percorrenza: 1h
Modalità del percorso: pedonale, a cavallo, in bicicletta
Difficoltà: F
L’itinerario, particolarmente comodo ed
adatto anche per famiglie con bambini al seguito, prende l’avvio dal
Convento di S. Francesco e si snoda in direzione nord-ovest lungo
una via interpoderale, molto poco frequentata dai veicoli a motore
che solo occasionalmente potranno disturbare il cammino. La strada,
di recente asfaltata per ridurre il sollevamento della polvere, ha
mantenuto inalterata la propria dimensione e le proprie
caratteristiche.
Il percorso tra i campi, dopo aver incrociato la strada che collega
la S.S. 261 con S. Pio di Fontecchio, prosegue ancora per circa 600
metri fino a ricongiungersi con la strada per Frascara e Castello di
Fagnano. Seguendo quest’ultima, dopo un tornante, si arriva al borgo
medievale. Un’alternativa più interessante è quella di attraversare
interamente il paese di Frascara e prendere il sentiero,
prosecuzione ideale della strada che in circa 250 metri conduce alle
prime case di Castello. |
Itinerario
n. 2
San Pio - Monte San Pio
Dislivello di salita: + 190m
Tempi di percorrenza: 1h e 30’
Modalità del percorso: pedonale, a cavallo, in mountain bike
Difficoltà: F
ultimo tratto M
Dall’abitato di S. Pio, in
corrispondenza della piazza antistante la Chiesa della SS. Trinità
si deve prendere la strada asfaltata sulla destra che, passando
davanti l’antica fontana, prosegue costeggiando sulla sinistra la
vecchia aia ed incrociando poco dopo una strada asfaltata.
Superata la strada, il sentiero sale dapprima lentamente poi diventa
più ripido e difficoltoso per la presenza di sassi sciolti di varie
dimensioni lungo il percorso.
Salendo ricalca il fondovalle, che, per la morfologia dei luoghi,
permette, volgendosi indietro, delle belle vedute verso S. Pio ed
oltre.
Note: Il sentiero è percorribile a piedi, ma anche
a cavallo ed in mountain bike con la sola esclusione dell’ultimo
tratto più ripido. Per questo motivo si consiglia di indossare
calzature adeguate. |
Itinerario
n. 3
Fontecchio - San Pio - Bominaco
Dislivello di salita: + 382m
Tempi di percorrenza: 3h
Modalità del percorso: pedonale, (a
cavallo, in mountain bike fino al valico de Il Cippo)
Difficoltà:
M
Partendo da Fontecchio si prende la
ripida strada che dalla S.S. porta verso il Convento di S. Francesco
e prosegue in direzione della frazione di S. Pio. Dalla piazza di S.
Pio si segue, mantenendosi sulla destra della chiesa, un sentiero
delimitato da un muro in pietra che inizia gradualmente a salire.
In particolare a circa metà del percorso, circondata da alcuni
pioppi di imponenti dimensioni, si incontra la Fonte Ju Pizzu, punto
di sosta obbligato e piacevole prima di iniziare l’ultimo tratto di
salita fino a Valle Maggiore.
Il periodo più adatto per percorrere il sentiero, da un punto di
vista botanico, è senz’altro la primavera (aprile-maggio), allorché
è possibile osservare le fioriture di tutte le specie del sottobosco
e anche di numerose orchidee spontanee sui prati aridi.
Il Valico del Cippo (m1020) punto più elevato del percorso, presenta
un aspetto panoramico molto interessante, in quanto la visuale può
spaziare verso la valle contigua scorgere Bominaco ed il castello,
oppure verso la catena del Monte Sirente o ancora verso la più
imponente del Gran sasso, che da qui si coglie in una prospettiva
del tutto particolare.
Note: L’itinerario è percorribile comodamente anche
a cavallo ad eccezione del tratto compreso fra “Il Cippo” e il
“Campo”, la valle sotto Bominaco, in cui il sentiero, non ripulito,
è in alcuni tratti invaso da rami e cespugli. |
Itinerario
n. 4
Fontecchio - Pagliare di Fontecchio e Tione
Tempi di percorrenza: 4h 30’
Modalità del percorso: pedonale, a cavallo (solo fra le Pagliare di
Fontecchio e Tione)
Difficoltà:
M
Partendo dalla Piazza del Popolo
(fontana monumentale) ed entrati nel paese attraverso le porte del
Castello e dei Snti, si scende fino a raggiungere la Porta d Piedi
(vedere per maggiori dettagli l’itinerario storico del paese).
Oltrepassata la porta si scende per una scalinata sovrastati, sulla
sinistra, dalle bastionate del sistema difensivo del borgo che
termina con la torre d’angolo detta “Torre del Cornone”. Al termine
della scalinata, una fonte, oggi con poca acqua, ci rammenta come se
fosse importante poter disporre del prezioso liquido sia all’interno
che nelle immediate vicinanze del paese.
Si continua a scendere lungo il sentiero che in breve diviene una
strada asfaltata in corrispondenza, sulla sinistra, del depuratore
per le acque reflue. Dopo altri cento metri circa, sulla sinistra si
trovano i resti della Chiesa di S. Maria della Vittoria in cui
merita fare una sosta.
Il sentiero riprende nella parte posteriore della chiesa, sulla
destra, lasciando il tracciato asfaltato.
Ad intervalli quasi regolari il sentiero si apre verso balconate
naturali che permettono di spaziare nella valle sottostante e se la
giornata è particolarmente limpida si avrà la sorpresa di osservare
un panorama di grande suggestione. |
Itinerario
n. 5
Pagliare di Fontecchio - Terranera
Dislivello di salita: + 350 m
Tempi di percorrenza: 2h
Modalità del percorso: pedonale, a cavallo, in bicicletta
Difficoltà:
F
Dalle pagliare di Fontecchio si
superano le case e si scende nella Valle Iannella che dovrà essere
risalita fino ad incrociare una strada sterrata, abbastanza comoda,
che si snoda in direzione nord-ovest spingendosi all’interno del
Parco Velino-Sirente.
E’ la strada realizzata qualche anno fa per portare l’acqua e forse
la possibile rinascita delle Pagliare.
Dopo aver percorso per circa 2,5km la strada passa nei pressi delle
Pagliare di Fagnano, agglomerato simile per uso e struttura a quello
appena lasciato ma, a differenza dell’altro, completamente
abbandonato e senza alcun intervento di recupero.
L’autunno è senz’altro la stagione più bella dal punto di vista
paesaggistico per la grande varietà di colori che il bosco assume,
dovuto al diverso maturare dei pigmenti delle foglie ormai prossime
alla caduta. Gli appassionati di funghi, inoltre trovano in questo
periodo specie eduli di buona qualità, che ovviamente vanno raccolte
secondo le prescrizioni di legge e nel rispetto dell’ambiente.
L’intero percorso si svolge in falsopiano e termina nel piccolo
paese di Terranera (m1286 s.l.m.) affacciato sul citato altipiano,
punto di partenza per numerosi altri itinerari all’interno e nel
cuore del Parco Velino-Sirente.
|
Itinerario
n. 6
Fontecchio - San Pio
Dislivello di salita: + 89 m
Tempi di percorrenza: 15’
Modalità del percorso: pedonale
Difficoltà:
F
Dalla S.S. n°261 Subequana (in
corrispondenza del bivio che scende verso il centro di Fontecchio e
la Piazza del Popolo) una salita conduce al Convento di S. Francesco
fiancheggiando, sulla sinistra, l’antica aia oggi trasformata in
giardino pubblico.
Sulla destra, sottostante la strada, il moderno Municipio e, sulla
sinistra dietro di questo, lo sguardo non può non essere attirato da
una piccola “casa pendente”. Si tratta di un edificio di due piani
realizzato per scopi agricoli ed in cui il piano inferiore è
occupato da una cisterna d’acqua. A seconda della quantità del
liquido contenuto nella cisterna la casa è più o meno inclinata
verso nord sfidando così le più elementari leggi della fisica. |
Itinerario
n. 7
Fontecchio - Tione degli Abruzzi
Dislivello di salita: + 60 m
Tempi di percorrenza: 1h e 30’
Modalità del percorso: pedonale
Difficoltà:
F
Il modo più semplice per iniziare il
percorso è giungere, per l’itinerario che attraversa il paese di
Fontecchio (vedi l’itinerario Fontecchio-Pagliare) e scende verso
valle, alla Chiesa di S. Maria della Vittoria. Da qui si prende la
strada asfaltata davnti alla facciata della chiesa e che conduce
alla stazione ferroviaria.
Successivamente mediante il sottopasso si scavalca la ferrovia e
lungo tracce di sentiero non sempre ben individuabili si comincia a
salire il versante che conduce a Tione degli Abruzzi.
Il sentiero sfocia, in prossimità del cimitero di Tione, sulla
strada asfaltata comunale di recente costruzione che collega questo
paese con Fontecchio. Da qui è facile giungere sulla piazza
principale del paese.
|
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Gagliano Aterno
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
315 (gaglianesi)
Altitudine: 650 metri slm
Comune: Tel. 0864/797401 Fax 0864/797401
Situato nella valle subequana all'interno
del parco del Velino-Sirente,il paese è dominato dal castello sorto nel
XIV secolo. Il borgo conserva ancora i caratteri del villaggio
medievale. Il paese era conosciuto con il nome di Gallianum ed a lungo è
stato un possedimento dei Conti di Celano. Il paese conserva numerose
testimonianze artistiche che meritano di essere visitate. Il Convento di
S. Chiara sorge su un preesistente nucleo benedettino, antecedente il
Mille. Passato alle clarisse subì dei rifacimenti nel corso dei secoli.
Frazioni:
Nessuna Frazione.
Da visitare:
Castello medievale;
Fontana in stile gotico del 1328;
Chiesa di S. Rocco del XIV
secolo.
Chiesa di S. Martino con portale
del XIV secolo con Cappella della Madonna della
Misericordia del XV secolo;
Chiesa e Convento di S. Chiara,
già monastero benedettino dell'XI secolo;
Chiesa della Madonna delle
Grazie;
Chiesa cimiteriale di San
Giovanni, con numerosi reimpieghi di iscrizioni romane.
|
Manifestazioni:
(10 e 11 Agosto): Festa di Sant'Antonio e San
Martino.
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Goriano Sicoli
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
633 (gorianesi)
Altitudine: 720 metri slm
Comune: Tel. 0864/720003 Fax 0864/720003
Il comune è posto in una posizione
collinare all'interno della valle subequana. Il borgo è nato
presumibilmente sui ruderi dell'antica città romana di Statulae. Il
paese è stato feudo di numerosi signori della zona come i Rainaldo ed i
Piccolomini. Il paese sorge sul sito dell’ antica Statulae, un
insediamento posto lunga una delle direttrici del traffico verso la
valle peligna. Fu feudo di Rainaldo, conte di Celano, poi dei
Piccolomini e dei Barberini. Collocato nella Valle Subequana, in
posizione collinare, il paese è ben noto per la chiesa di S. Gemma e la
festa che vi si svolge ogni anno, espressione del folclore abruzzese.
Meritano attenzione la parrocchiale di S. Maria Nuova con portale
rinascimentale ed interno del ‘600 e la chiesa di S. Gemma, con portali
del 1800.
Frazioni:
IL Portone, La Nevera.
Da visitare:
Chiesa di S. Maria Nuova
costruita sui ruderi del castello;
Porte di accesso al borgo con
archi gotici, Porta Bagliucci, Porta Baracca e Porta di Murro con alcune sculture medievali;
Chiesa di S. Gemma dei secoli XVI
e XVII, conserva il corpo della Santa;
Fontana pubblica, inaugurata nel
1888. |
Manifestazioni:
(12 Maggio): Festa di Santa Gemma;
(13 Giugno): Festa di Sant'Antonio;
(Agosto): Sagra della ciambella Gorianese.
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Magliano dei
Marsi (AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
della Marsica 1
Abitanti:
3540 (maglianesi)
Altitudine: 728 metri slm
Comune: Tel. 0863/5161 Fax 0863/517986
Il paese è posto sulle falde del monte
Velino nella zona occidentale della Marsica. Sorto nel Medioevo, il
comune era conosciuto con il nome di Malleanum e fu teatro di una
sanguinosa battaglia tra Angioini ed Aragonesi. Il paese si estende ai
piedi del monte Lo Pago. L’abitato, seppure danneggiato dal terremoto
conserva ancora testimonianze artistiche che meritano di essere
visitate.
Frazioni:
Marano Dei Marsi, Rosciolo Dei Marsi, Catigliano, San
Nicola.
Da visitare:
La chiesa di Santa Maria in Valle
Porclaneta, datata al XI secolo;
La chiesa di S. Domenico con
il bel
portale cinquecentesco;
La Chiesa di S. Lucia datata al XIII secolo,
con campanile realizzato da Tommaso di Lorenzo;
Nella frazione Rosciolo dei Marsi
merita attenzione la chiesa di S. Maria delle Grazie;
|
Manifestazioni:
(Carnevale): Caiotorneo;
(In Estate): Estate Maglianese.
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Massa D'Albe
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
della Marsica 1
Abitanti:
1436 (massetani)
Altitudine: 865 metri slm
Comune: Tel. 0863/519144 Fax 0863/519439
Posta sulle falde del monte Velino , questo
piccolo paese è noto soprattutto per la presenza della vicina area
archeologica di Alba Fucens. Proprio quando il borgo di Alba Fucens fu
abbandonato dai romani, nacque, nel XIV secolo, Massa D'Albe. Si estende
ai piedi del Monte Difensola.
Frazioni: Forme, Massa D'Albe - Corona, Albe.
Da visitare:
Nei dintorni del paese si colloca il
sito archeologico di Alba Fucens con una poderosa cinta in opera
poligonale, datato al III sec a.C. la città romana ha restituito
quasi integralmente il suo impianto urbanistico con la basilica, il
foro, gli edifici per lo spettacolo;
Ruderi del Castello Orsini e di
Albe Vecchio;
Sull’altura di S. Pietro si erge la chiesetta di S. Pietro,
costruita nel XII secolo, rimaneggiata nelle epoche successive.
|
Manifestazioni:
(Agosto): Sagra della coda alla vaccinara.
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Molina Aterno
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
463 (molinesi)
Altitudine: 482 metri slm
Comune: Tel. 0864/79141 Fax 0864/79141
Situato nella valle dell'Aterno nello
stupendo scenario delle gole di San Venanzio, il paese è inserito in uno
scenario ambientale aspro ma suggestivo. Il borgo ebbe un certo sviluppo
nel Medioevo per la sua posizione strategica come luogo d'ingresso nella
Valle Subequana. Il toponimo del paese dovrebbe derivare dal primo
feudatario: Rainaldo di Molino. Sulla sponda destra del fiume Aterno tra
il maestoso Sirente e la selvaggia bellezza delle Gole di S. Venanzio è
sovrastato dal castello medievale, poi palazzo Piccolomini, affacciato
su un'ampia piazza. Nei dintorni, da visitare, la grotta di
Vallerendola.
Frazioni: Scalo Ferroviario.
Da visitare:
Chiesa di S. Nicola del XVI secolo,
adorna da raro campanile seicentesco;
Castello e adiacente palazzo
baronale dei Piccolomini (XIII-XVIII secc.);
Chiesa di S. Maria del Colle
(XII-XVI secc.);
Chiesa rurale di S. Pio dell'XI
secolo con reimpieghi di fregi romani;
Area archeologica di Campo
Valentino. |
Manifestazioni:
(6 Dicembre): Festa di San Nicola.
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Ocre
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Amiternina
Abitanti:
1020 (ocrensi)
Altitudine: 850 metri slm
Comune: Tel. 0862/751413 Fax 0862/751722
Questo piccolo paese, composto da numerose
frazioni, prende il nome dal vicino monte Ocre. È presumibile che in
questa zona fosse presente un abitato sin dall'antichità ed in
particolare dall'epoca in cui imperavano gli italici. A lungo è stato
feudo dei Conti dei Marsi e dei Conti del Sangro. Su un piccolo pianoro
nella valle dell'Aterno, è formato da diversi nuclei abitati.
Frazioni: San Felice D'Ocre, San Martino D'Ocre, San Panfilo
D'Ocre, Valle Cavalletto D'Ocre, Convento Sant'Angelo.
Da visitare:
Nella frazione di S. Panfilo
spettacolare è il “borgo murato”, un complesso fortificato,
costruito nel XIV secolo, sui resti di una preesistente struttura
difensi- va, distrutta nel 1280;
Grandiosi sono i resti dell'abbazia
cistercense di S. Spirito, fondata nel 1222; all'interno della
chiesa, affreschi del tardo Duecento e del Cinquecento; nella
sacrestia, dipinti murali (seconda metà del XIV secolo), con storie
del Beato Placido;
Altro complesso religioso da segnalare è il convento di
S. Angelo, arroccato su una rupe, di origine duecentesca con chiostro
affrescato nel 1660. |
S. Panfilo d'Ocre
Chiesa di S. Panfilo
(impianto sec. XIII-XIV);
Chiesa di S. Salvatore
(elementi del sec. XII);
Palazzi gentilizi e case
torri del '500;
Convento di S. Angelo d'Ocre;
Monastero di S. Spirito
d'Ocre (1222). |
S. Felice d'Ocre
Chiesa di S. Giacomo con interno
barocco.
|
S. Martino d'Ocre
Chiesa di S. Martino (impianto
duecentesco).
|
Valle e Cavalletto
Chiesa di S. Pietro
(sei-settecento).
|
Manifestazioni:
(Ottobre): Sagra delle castagne.
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Ovindoli
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
1200 (ovindolesi)
Altitudine: 1375 metri slm
Comune: Tel. 0863/706100 Fax 0863/710183
Il paese è posto proprio al centro del
parco del Velino-Sirente in uno scenario naturale decisamente
suggestivo. Sorge sul sito di una fortezza dei Marsi, nucleo centrale
degli insediamenti sparsi nella circostante Valle d'Arano. Il suo
territorio corrisponde probabilmente a quello dell'antica "Obinalum", di
cui restano varie testimonianze, tra cui i resti di una villa romana,
presso la frazione di San Potito, e un sepolcro romano scolpito,
rinvenuto sotto la piazza del paese. Sembra che l'antico Castrum,
distrutto durante la guerra sociale sia stato ricostruito all'epoca dei
Longobardi. L'attuale abitato si sviluppò probabilmente in seguito al
convergere degli abitanti della valle, minacciati dalle scorrerie dei
barbari, verso la postazione più agevole da difendere. Il comune basa la
propria economia sul turismo invernale vista la presenza di attrezzate
piste da sci. Ovindoli è l'antica Obinolum che nacque come rifugio per
le popolazioni della valle che subivano le devastazioni dei barbari.
Frazioni: San Potito, Santo Iona, Aia Decina, Campagnolo,
Casalmartino, Magnola.
Da visitare:
Ovindoli
Borgo medievale con porta
di accesso ad arco gotico, Porta Mutiati;
Chiesa di S. Sebastiano, poi della
Vergine, dei secoli XV e XVI dove è conservata una statua della
Madonna col Bambino fatta
completamente in terracotta;
Estremamente interessante da visitare è
la villa del principe Torlonia,
che offre una spettacolare vista sulla
valle del Fucino.
|
S. Potito
Ruderi del Castello;
Chiesa parrocchiale di S.
Potito.
|
S. Iona
Torre medievale di
avvistamento;
Chiesa di S. Eugenia.
|
Manifestazioni:
(17 Gennaio): Festa di Sant'Antonio;
(1° Settimana di
Agosto) " Pueblos Hermanos";
(2° Domenica di Agosto): Festa di Sant'
Antonio, San Sebastiano e San Vincenzo.
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Pescina
(AQ)
http://www.terremarsicane.it
Notizie generali:
Comunità
montana:
Valle del Giovenco
Abitanti:
4506 (pescinesi)
Altitudine: 735 metri slm
Comune: Tel. 0863/842847 Fax 0863/841067
Comune dedito principalmente e
costantemente all'agricoltura, Pescina è conosciuta soprattutto per aver
dato i natali a due grandi personaggi quali il cardinale Mazzarino, che
qui naque nel Settecento, e Ignazio Silone nato nel 1900, e a cui da
alcuni anni è dedicato un premio letterario. Arrivando da est è il primo
paese della Marsica, situato tra la montagna ed il fiume Giovenco. Anche
Pescina è stata devastata dal terribile terremoto che sconvolse la
Marsica all' inizio del 1900. Questo centro ebbe il suo momento di
gloria a cavallo tra il Medioevo ed il Rinascimento e nel XVI secolo la
propria chiesa fu sede di Episcopato.
Da visitare:
Ruderi del castello con la torre
poligonale ed abitazioni medievali;
Ruderi della casa del Cardinale
Mazzarino, con loggetta a bifora;
Cattedrale di S. Maria delle
Grazie, con affreschi del Patini;
Chiesa di S. Francesco con
facciata e portale del Trecento;
Tomba di Ignazio Silone presso la
Torre di S. Berardo. |
Manifestazioni:
(1 e 2 Maggio): Festa di San Bernardo;
(13 Giugno): Festa di Sant'Antonio;
(15 Agosto): Festa dell'Assunta;
(Agosto): Sagra
della trota.
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Rocca di
Cambio (AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
447 (roccacagnesi)
Altitudine: 1433 metri slm
Comune: Tel. 0862/918100 Fax 0862/918107
Posto sull'altopiano delle Rocche, il
piccolo paese si trova nelle vicinanze della stazione sciistica di Campo
Felice. Luogo ideale per le vacanze sia estive che invernali, Rocca di
Cambio ha un primato: è infatti il comune più alto dell'intero Abruzzo
con i suoi oltre 1.400 metri d'altitudine. Il borgo nacque come rifugio
delle genti che subivano a valle l'invasione delle orde dei barbari ed
era noto con il nome di Rocca di Cagna. Il monumento più importante è la
trecentesca chiesa di S. Lucia, che conserva affreschi del
quattordicesimo secolo. Nella chiesa parrocchiale dell'Annunziata sono
conservate una pregevole fonte battesimale cinquecentesca e una scultura
lignea, raffigurante S. Lucia (sec. XV).
Da visitare:
Ruderi del castello inglobati
nella costruzione della torre campanaria della Chiesa di S. Pietro
(XIV-XVII secc.);
Chiesa di S. Maria del XVI
secolo;
Chiesa di S. Lucia,
presso la piana, che conserva un interessante ciclo di affreschi
(XIII-XVI secc.) e la cripta. |
Manifestazioni:
(Ultima Domenica di Giugno): Festa di Santa
Lucia;
(13 Luglio): Festa della Madonna del
Rosario.
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Rocca di Mezzo
(AQ)
http://montagna.evolutiontravel.it
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
1426 (rocchigiani)
Altitudine: 1322 metri slm
Comune: Tel. 0862/917416 Fax 0862/917364
Paese situato sull'altopiano delle Rocche. Ottimo posto di villeggiatura
sia in estate che in inverno. Sotto il profilo storico è da ricordare il
famoso saccheggio ad opera dell'esercito di Braccio da Montone nel XV
secolo. Nel centro abitato i caratteri medievali permangono nelle
stradine e nei vicoli, mentre dell'antica cinta muraria rimane, oltre la
porta della Morge, solo qualche traccia. L'edificio più importante è la
chiesa parrocchiale di S. Maria della Neve (sec.XV), ristrutturazione
settecentesca dell'edificio già ricostruito nel '400; nell'interno, a
croce latina, un raffinato altare maggiore di stile rinascimentale e
pregevoli arredi sacri (sec. XIV-XV.)
Frazioni:
Fonteavignone, Rovere, Terranera, Colle belvedere,
Colle Ciaccio, Colle Marino, Prato La Nave.
Da visitare:
Rocca di Mezzo
Chiesa della Madonna
della Neve, con torre medievale riutilizzata come torre
campanaria;
Chiesa di S. Leucio;
Tratti di mura del borgo
medievale con porte di accesso, Porta Falsetto e Porta delle
Morge, con attigua fontana. |
Rovere
Ruderi del castello e del
borgo fortificato con tratti di mura, torri e porta di
accesso con arco gotico;
Chiesa di S. Pietro con
annesso museo archeologico;
Chiesa di S. Maria delle
Grazie dei secoli XIV e XV.
|
Terranera
Chiesa della Madonna
delle Grazie del XVII secolo.
|
Fontavignone
Chiesa parrocchiale
dell'Assunta;
Chiesa di S. Antonio.
|
Manifestazioni:
(Ultima Domenica di Maggio): Festa del
Narciso;
(Luglio): Festa di San Leucio;
(Ultima Domenica di
Agosto): Gara del Solco Diritto.
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Secinaro
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
480 (secinaresi)
Altitudine: 859 metri slm
Comune: Tel. 0864/79302 Fax 0864/797297
Come
borgo Secinaro è nato nell'Alto Medioevo ed ha la curiosità di essere
sempre stata in contrasto con la vicina Rocca di Mezzo per motivi
riguardanti i confini dei due paesi. Su un colle della Valle
dell’Aterno, immerso in una oasi di verde, con splendido panorama sulla
Valle Subequana. Dal terrazzo costituito dalla piazza degli eroi, al
centro del paese, si possono osservare i picchi dolomitici, le faggete e
i canaloni scavati dagli antichi ghiacciai, che alimentavano le neviere,
da cui gli abitanti prelevavano le salme di ghiaccio, che trasportate
sui muli, erano rivendute anche a Napoli e Bari. In paese, interessante
è la medievale chiesa della Consolazione, monumento nazionale, costruita
su un preesistente tempio, dedicato alla dea Pelina, con all’interno
interessanti affreschi del quattrocento; nella parrocchiale di S.
Nicola, statue di epoca barocca.
Frazioni:
Nessuna Frazione.
Da visitare:
Si conservano presso la sede
comunale iscrizioni ed elementi architettonici romani;
Chiesa di S. Nicola costruita sui
ruderi del castello medievale;
Chiesa della Madonna della
Consolazione dei secoli XIV e XV;
Ruderi della Chiesa di S. Maria
della Valle dell'XI secolo;
Alcune fontane rurali dei secoli
XVI e XVII; |
Manifestazioni:
(17 Gennaio): Festa di Sant'Antonio Abate;
(Agosto): Festa di San Nicola, San Rocco e
Santa Maria;
(6
Dicembre): Festa di San Nicola.
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Tione
(AQ)
Notizie generali:
Comunità
montana:
Sirentina
Abitanti:
380 (tionesi)
Altitudine: 581 metri slm
Comune: Tel. 0862/88107 Fax 0862/88107
Piccolo Comune della Valle dell'Aterno. Con il suo castello, i
cui ruderi sono ancora visibili, Tione Degli Abruzzi è stato,
soprattutto nel Medioevo, un importante luogo strategico. Su una
collina, vicino alla media valle dell’Aterno è inserito nel Parco
Regionale Sirente Velino, caratteristico per l’integrazione tra
territorio e attività dell’uomo, in armonico compromesso tra il genius
loci e lo spirito di sopravvivenza umano. Il patrimonio architettonico
storico è qui strettamente connesso agli elementi naturali del terreno,
quasi mimetizzato, come le tipiche Pagliare, singolari costruzioni
legate alla transumanza orizzontale, ricovero estivo dei pastori agli
alpeggi, che oggi ospitano i turisti. Nel nucleo abitato, costituito da
cinque piccoli rioni, disposti quasi a cuore, con al centro la piazza
del Municipio, si segnalano i resti del castello e una torre medievale.
Frazioni: Goriano Valli, Santa Maria Del Ponte.
Da visitare:
Tione degli Abruzzi
Torre medievale con
ruderi delle mura di cinta del borgo fortificato;
Chiesa di S. Nicola del
XIV secolo;
Chiesa di S. Vincenzo del
XVII secolo.
|
Goriano Valli
Chiesa e Convento di S.
Giorgio (XV-XVII secc.);
Chiesa di S. Giusta dei
secoli XIV e XV;
Recinto castellato con
torre di avvistamento a pianta circolare;
Insediamento rurale in
altura, le "Pagliare" di Tione, con Chiesa della SS.
Trinità, abitazioni e ampio pozzo per la raccolta delle
acque meteoriche. |
S. Maria del Ponte
Borgo fortificato con
tratti di mura e le due porte di accesso con arco gotico;
Colleggiata di S. Maria
del Ponte, con resti dell'antica chiesa del XII secolo
inglobati nell'attuale complesso religioso, con affreschi
del XV secolo, sculture e presepe di Saturnino Gatti.
|
Manifestazioni:
(10-13 Agosto): Festa di San Cesidio e San
Prospero;
(21 Agosto): Festa di San Vincenzo;
(Settembre): Festa di Sant'Emidio.
Colle Di Licco e Feudo
Intramonti
Notizie generali:
Regione:Abruzzo
Provincia: L'Aquila
Comune: Civitella
Alfedena Istituzione: DM del 26 luglio 1971 (Colle di Licco); DM del 9 febbraio 1972 (Feudo Intramonti)
Proprietà: Demanio dello Stato
Altitudine:
Si passa da una quota minima di 1032 m. del
Casone Crugnale (sulla strada Marsicana) ai 2228 m. di
M.te Forcone della Catena del M.te Marsicano. Colle di Licco: da 1032 m a 1400 m
Estensione:
Feudo Intramonti 908 ha; Colle di Licco 95 ha
Organo di Gestione:
Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Castel di
Sangro (AQ) Via Sangro 45, 67031, Castel di Sangro (AQ); Tel. 0864/845938 Fax 0864/840706 Email utb.casteldisangro@corpoforestale.it
Numeri utili:
Corpo Forestale dello Stato Comando Stazione Forestale
Civitella Alfedena Tel. 0864/890169 Centro visita del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e
Molise - Museo del Lupo 0864/890141
Agenzia Wolf: Tel.
0864/890360 - 0864/890222
Municipio: Tel.
0864/890444
Le Riserve Naturali Orientate
"Feudo Intramonti" e "Colle di Licco" hanno una notevole
importanza per la loro ubicazione nel cuore del
Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise e per il loro
interesse naturalistico e paesaggistico. Venutosi a trovare
entro i confini del PNALM dopo l'ultimo ampliamento avvenuto a
seguito del D.P.R. del 2 novembre 1976 e che ha compreso il
Monte Marsicano, la montagna di Godi ed altre vaste zone una
volta escluse, il Feudo Intramonti riveste notevole importanza
sotto l'aspetto naturalistico per ciò che concerne la flora e la
fauna, nonché per la bellezza del paesaggio. In passato la
Riserva "Feudo
Intramonti" fece parte del Feudo del Comune di
Civitella Alfedena, proprietà del duca Augusto della Porta e dei
suoi antenati fino al 1697, mentre nel 1957 fu ceduto in vendita
all'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali. La riserva Naturale Orientata "Feudo Intramonti" occupa un area
posta sulla sinistra idrografica del fiume Sangro e rientra
esclusivamente nei territori del comune di Civitella Alfedena.
Il confine inferiore della Riserva è rappresentato dalla SS 83
Marsicana per un tratto compreso tra il Km 54 e il Km 56, mentre
i confini Ovest, Nord-Ovest, Nord e parte di quello Est sono
rappresentati dagli stessi confini comunali esistenti tra il
comune di Civitella Alfedena ed i comuni rispettivamente di Opi,
Scanno e Villetta Barrea. La riserva comprende praticamente tutto il bacino di Valle
Ciavolara e la parte alta di Valle Rapino, nonché tutta la Valle
del Tesoro. Si passa da una quota minima di 1032 m del Casone Crugnale
(sulla strada Marsicana) ai 2228 m di Monte Forcone della Catena
del Monte Marsicano. La Riserva "Colle di Licco"
si estende esclusivamente sulla destra idrografica del fiume
Sangro, il quale ne segna il confine inferiore per un tratto
compreso tra il Km 54 ed il Km 56 della adiacente SS 83
Marsicana. Si trova a far parte quasi interamente del territorio del comune
di Civitella Alfedena.
Flora:
Sia nella Riserva di Licco che nel Feudo Intramonti,
andando dal fiume Sangro alle quote più alte si nota una
successione naturale della vegetazione che va dal
Castanetum alla zona del
Fagetum. È presente un bosco misto di
latifoglie in cui
predominano la roverella (Quercus
pubescent), il cerro (Quercus
cerris), l'acero montano (Acer
pseudoplatanus), l'acero minore (Acer
monspessolanum), l'orniello (Fraxinus
ornus), sorbo montano (Sorbus
aria) e varie specie arbustive come la berretta del
prete (Evonymus europaeus)
e varie rosacee. Risalendo in quota il bosco misto di latifoglie lascia
progressivamente il posto ad un soprassuolo
monospecifico di faggio, il quale si spinge fino alle
praterie xerofile di altitudine in cui si insediano,
soprattutto nelle pietraie e nei ghiaioni cespugli di
ginepro nano e di Rhamnus alpino.
Fauna:
La presenza di vaste zone con vegetazione bassa e
intricata, come nel caso delle pendici di Monte Forcone,
rese ancor più selvagge dalle frequenti piccole frane e
slavine che si ripetono durante l'anno costituisce,
insieme alle numerose grotte ed anfratti presenti,
rifugio ideale per l'Orso bruno marsicano. Per quanto riguarda il
camoscio d'Abruzzo (Rupicapra
pyrenaica ornata) c'è da dire che mentre nella riserva
Feudo Intramonti la sua presenza è del tutto sporadica,
nella riserva Colle di Licco è invece abbastanza
frequente.
Come
arrivare:
Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise - S.S. Marsicana n. 83
tra il Km 53 e il Km 54 |
Escursioni e passeggiate:
La riserva fa parte
della zona A del Parco Nazionale
d'Abruzzo Lazio e Molise (riserva integrale).
L'ingresso ai visitatori non è consentito. Vi si trova l'area di
sosta della Camosciara. |
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Lago di Campotosto
Notizie generali:
Regione:
Abruzzo Provincia: L'Aquila
Comune:
Campotosto-Capitignano Istituzione: decreto Ministero Agricoltura e Foreste 15
marzo 1984 Altitudine: 1300-1400 m
s.l.m. Estensione: 1.600 ha (1.400
occupati dalle acque e 200 di fascia rivierasca)
Altre classificazioni:
inserita nel Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga Sito d'importanza Comunitaria (direttiva 92/43/CEE)
Zona di Protezione Speciale (direttiva 79/409/CEE)
Organo di Gestione: Ufficio territoriale per la biodiversità di L'Aquila Via delle
Fratte, snc 67100 - L'Aquila
Tel. 0862/419260
Fax 0862/404584 Email utb.laquila@corpoforestale.it
Campotosto è il più grande
lago artificiale dell'Abruzzo. Si trova ad un'altitudine di 1313 m
s.l.m. e ha una superficie di 1400 ha.
Vi
si accede percorrendo la
SS. 80 da
L'Aquila
o, dalla costa adriatica, risalendo la valle del
fiume Vomano.
In
epoca glaciale il
bacino lacustre aveva la forma di una doppia Y. Al termine delle ere
glaciali è rimasto l'alveo ove scorre il
Rio Fucino. La creazione del lago artificiale ha assunto la forma di una
V, in pratica la parte superiore della doppia Y.
L'invaso artificiale fu creato negli
anni
Trenta-Quaranta
con la costruzione di tre
dighe, con lo
scopo di utilizzarne le acque per il funzionamento delle
centrali idroelettriche site nella valle del Vomano.
L'invaso ha inondato l'alveo torbiero che riforniva industrie locali di
combustibili. Infatti, fino ai primi decenni del
1900 dal fondo
del lago veniva estratta la
torba. Per facilitarne il trasporto, era stata costruita una
teleferica che convogliava il materiale estratto fino alla stazione di
Capitignano. Da Capitignano il trasporto avveniva tramite la
Ferrovia L'Aquila-Capitignano costruita appositamente per tale
commercio. Con la realizzazione del lago artificiale l'attività estrattiva fu
abbandonata.
In
inverno si può ammirare lo spettacolo del lago completamente ghiacciato
mentre in autunno si possono ammirare i boschi che vi si specchiano
ammantarsi dei colori tipici della stagione.
Flora:
Attualmente le principali formazioni boschive presenti risultano
avere una struttura molto irregolare, una provvigione legnosa
sensibilmente più bassa della norma ed impoverite nel corteggio
floristico a carichi eccessivi di pascolo, tagli furtivi,
incendi. Si da atto che la naturale destinazione di tali boschi,
anche alla luce della recente istituzione del Parco Nazionale
del Gran Sasso e Monti della Laga, sia quella della graduale
conversione all'alto fusto ipotizzabile anche per semplice
invecchiamento del soprassuolo di ogni intervento selvicolturale
deve essere ispirato al recupero provvigionale, all'incremento
della diversità biologica. Di notevole rilievo, infine, è la
stazione relitta di Betulla presente nell'area della
Riserva limitrofa al Lago di Campotosto con una decina di
esemplari in discreto stato vegetativo Nelle parti dove l'acqua ristagna e risente meno delle
escursioni del livello del bacino la vegetazione è
caratterizzata da Cladium mariscus (Falasco) e Polygonum
bistorta (Bistorta). Dove le acque non ristagnano ma la falda si
mantiene poco profonda, abbondano i Salici che assumono portamenti e dimensioni non
trascurabili. Essenze tipiche della zona circostante il lago
sono Fagus sylvatica (Faggio), Acer pseudoplatanus (Acero
montano) e Prunus avium (Ciliegio).
Fauna:
Il lago di Campotosto è un bacino artificiale, posto a 1313
metri di altitudine ai piedi dei Monti della Laga, i primi studi
ornitologici riferiti all'area risalgono al 1947 (Di Carlo).
Esso con il sistema di bacini artificiali satelliti lungo l'asta
fluviale del Vomano (Provvidenza, Pagannoni e Villa Vomano),
costituisce da sempre una delle maggiori direttrici di
migrazione dell'avifauna acquatica, lungo la dorsale
appenninica. ll bacino infatti, è ritenuto come la più importante area umida
in Abruzzo per lo svernamento della: Folaga (Fulica atra) (con punte di anche circa 5000
individui l'anno), moriglione (Ajthja ferina), (con punte di
anche circa 1000 individui l'anno), alzavola (Anas crecca),
fischione (Anas Penelope) e moretta (Ajthja fuligola) (S.O.A.).
Per l'importanza che ricopre nei confronti della
biodiversità ornitica,
l'Ufficio territoriale per la biodiversità di L'Aquila, dal 2006
ha avviato un centro di monitoraggio dell'avifauna, con
l'istituzione di una Stazione di inanellamento. Le specie ittiche presenti nel lago sono state introdotte con
opere di popolamento a partire dall'inizio dell'invaso. Le
specie ittiche attualmente presenti nel lago sono: Coregonus
lavaretus (Coregone), Salmo trutta forma fario (Trota fario),
Salmo gairdnerii (Trota iridea), Tinca tinca (Tinca),
Rutilus
rubilio (Triotto o Rovella), Barbus meridionalis (Barbo). L'Ufficio territoriale per la biodiversità di L'Aquila, da anni
si occupa della produzione di
novellame di Coregone (Coregonus lavaretus), che viene
prodotto in un incubatoio adiacente le acque del bacino.
Escursioni e passeggiate:
Campotosto in genere, vista la
geometricità del paesaggio e l'assenza di vegetazione ripariale,
consente una visuale del paesaggio per l'intero perimetro del lago.
In località piano delle Macchiale viene segnalato un sentiero, che
porta agevolmente alle rive del bacino, dov'è possibile osservare
numerose specie di uccelli. Presso la Riserva è stata istituita in collaborazione con l'Ente
Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, una Stazione
d'inanellamento degli uccelli a scopo scientifico, visitabile
tramite preventiva prenotazione.
Il lungolago è meta ambita nella
stagione estiva per passeggiate sia a piedi (footing o trekking),
per pedalate in bicicletta o semplici passeggiate romantiche al
tramonto. Il lungolago è lungo circa 40 km.
Il lungolago, essendo pressoché
pianeggiante, si presta al
Cicloturismo.
È possibile percorrere distanze più
brevi dei 40 km che costeggiano l'intero perimetro del Lago di
Campotosto se si segue il bordo solo di uno dei due rami in cui
si divide il lago:
Lago di Campostosto
Lago di Mascioni
Il Ponte delle Stecche
attraversa il punto più stretto del lago e consente di evitare il
giro completo del lago. Accanto al moderno ponte è visibile quello
precedente ormai in disuso. Altro luogo amato dai ciclisti è il
limitrofo
Passo delle Capannelle sito a circa 15 km di distanza. È
possibile anche scendere a
Capitignano,
Montereale o
Amatrice. |
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Monte Velino
Notizie generali:
Regione:
Abruzzo Provincia: L'Aquila
Comuni: Magliano dei Marsi,
Massa d'Albe Istituzione: DM n. 427 del 21 luglio 1987
Proprietà: Demanio dello
Stato Altitudine: 987 (Bocca di
Teve) - 2.486 (M. Velino) m s.l.m.
Estensione: 3.550 ha
Organo di Gestione: Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Castel di Sangro
(AQ) Via Sangro 45, 67031, Castel di Sangro (AQ) Tel 0864845938
Fax 0864840706 Email utb.casteldisangro@corpoforestale.it
La Riserva Naturale Orientata del Monte
Velino è stata istituita nel 1987 con un Decreto del Ministero
dell'Ambiente a seguito di una specifica volontà espressa dalle
amministrazioni comunali di Magliano dei Marsi e Massa d'Albe (AQ),
proprietarie del territorio, che decisero altresì di affidare la
gestione dell'area protetta al Corpo Forestale dello Stato. Il territorio della Riserva si estende per circa 3.500 ettari in un'area
dell'Appennino centrale posta ai margini settentrionali della piana del
Fucino, un tempo occupata dall'omonimo lago. Il Massiccio del Monte
Velino, terzo gruppo montuoso dell'Appennino dopo Gran Sasso e Majella,
e le due valli di origine glaciale che lo delimitano, la Majelama verso
nordest, e la Val di Teve verso nordovest, costituiscono un unicum di
grande pregio naturalistico ed ambientale, arricchito dalla presenza di
specie ed ecosistemi rari e pregiati. La Riserva nacque con lo scopo di tutelare, concretamente, tutto ciò,
proteggendolo da mire speculative che, come talvolta accade, degradano
l'ambiente senza arricchire la collettività. Simbolo di tutto ciò era, ed è, la coppia di aquila reale che nidifica
nella Valle Majelama, e proprio grazie alla istituzione della Riserva è
stato possibile proteggerla e consentirle di accrescere, negli anni, la
popolazione appenninica di questo magnifico rapace. La struttura
ricettiva è stata realizzata pensando soprattutto ad un pubblico di
bambini e ragazzi, per stimolare in loro la sensibilità verso i temi
della conservazione e del territorio, del paesaggio e delle specie
animali e vegetali. Il Centro si articola in quattro "settori", tra loro distinti, ma
funzionali al raggiungimento degli obiettivi istituzionali, garantendo
nel contempo la possibilità di trascorrere alcune ore in assoluta
serenità: 1- la struttura didattico-museale
con diorami, ecorami e vetrine in cui l'ambiente è riprodotto ed
illustrato attraverso plastici, foto, immagini e pannelli che raccontano
la storia del territorio e delle sue peculiarità.
2- Il giardino botanico, nel quale
sono stati riprodotti gli ambienti principali dell'area protetta in una
sequenza spaziale che permette di apprezzare le variazioni
dell'ambiente, dai coltivi delle quote più basse, fino alle praterie di
alta quota, passando da boschi di quercia e di faggio.
3- Il percorso natura che sale,
fino a Monte lo Pago, permettendo di assaggiare il Monte Velino in tutto
il suo magnifico rude splendore, anche se per poco meno di 2000 metri
circa di lunghezza. 4- Il deposito Cites struttura
nella quale sono esposti centinaia di reperti sequestrati dal Servizio
CITES del Corpo Forestale dello Stato.Si tratta di oltre 500 esemplari
di uccelli imbalsamati provenienti dall'Europa e dall'Italia, tutti
appartenenti a specie rare e minacciate di estinzione (Foto 9) che è
possibile toccare, apprezzandone le peculiarità e la diversità di forme.
Flora:
Nel territorio della riserva si possono riconoscere gran parte
delle tipologie tipiche degli Appennini centrali pur se i
rapporti quantitativi in termini di superficie e le relative
quote presentano caratteristiche del tutto peculiari. Ad esempio
la fascia dei querceti caducifogli, a causa delle locali
caratteristiche climatiche e geomorfologiche, è particolarmente
diffusa nel versante sud del massiccio e fino a limiti
altitudinali inconsueti. Si riporta di seguito un prospetto
delle principali unità vegetazionali dell'area: 1) popolamenti rupestri
2) popolamenti delle coltri clastiche montane e sopramontane
3) praterie sopramontanee 4) gramineti 5)cespuglieti sopramontani
6) faggete 7) praterie montane mesofile 8)
praterie montane xerofile
9) querceti: boschi xerotermofili 10) stazione relitta di Betulla
(Betula pendula): localizzata
nel Vallone di Teve, di ca. 800 esemplari.
Fauna:
La fauna della Riserva si presenta particolarmente ricca sia
grazie all'attenta opera di tutela esercitata ormai da decenni
sia per gli impegnativi interventi attivi di gestione che vi
sono stati operati. Tra i mammiferi le presenze di maggiore rilievo riguardano
l'orso bruno marsicano (Ursus arctors marsicanus) con
segnalazione di individui erratici, il lupo (Canis lupus),
gatto
selvatico (Felis silvestris), il capriolo (Capreolus capreolus)
diffusosi negli anni recenti a seguito dei numerosi interventi
di reintroduzione operati in varie zone dell'Italia centrale.
La reintroduzione del cervo (Cervus elaphus) è stata invece
operata dal CFS all'interno della riserva a partire negli anni
'90 ed il numero degli esemplari presenti stabilmente e diffusi
nelle aree circostanti è ormai di qualche centinaio. L'avifauna del Velino, annoverando un'ampia diversità di specie
anche rare, costituisce un elemento naturalistico di grande
interesse ulteriormente accresciuto dalle riuscite operazioni di
reintroduzione del grifone (Gyps fulvus) e del corvo imperiale
(Corvus corax) operate negli anni recenti. Il grifone, estintosi nell'area già da molti secoli a causa
delle persecuzioni subite, ha oggi rioccupato le pareti rocciose
dell'area dove ha costituito una numerosa colonia. Il corvo
imperiale, estintosi invece in epoche più recenti, si è
anch'esso riadattato alle condizioni ecologiche della riserva.
Tra gli uccelli che nidificano nella riserva ricordiamo anche
l'aquila reale (Aquila chrysaetos), il falco pellegrino (Falco
peregrinus) e il lanario (Falco biarmicus).
Escursioni e passeggiate:
Visitabile tutto l'anno, si possono
organizzare escursioni, visite guidate. Per gruppi e comitive la visita va prenotata.
Contattare la Cooperativa Sherpa
Tel.347.5256868 347.4830430
Fax:08637431178
mail:info@sherpa.abruzzo.it Sede legale: Via M.Martorelli snc - 67050 - Massa d'Albe (AQ)
Sede operativa: Via S.Martino 10 - 67062 - Magliano dei Marsi
(AQ)
Orari
di apertura al pubblico Centro di Visita: dalle 9:30 alle 13:00- dalle 15:00 alle 16:30
(chiusura settimanale il lunedi) Servizi per visitatori:
Centro Visita della Riserva Naturale Orientata "Monte Velino"
tel: 0863-515162 Giardino botanico, area di sosta attrezzata, area faunistica,
voliere rapaci Parco Naturale Regionale "Sirente Velino" tel: 0864-797775
Itinerari: escursioni e visite guidate con partenza dal Centro
di Visita di Magliano dei Marsi Percorsi per diversamente abili:
Tutta la struttura, è stata adeguata alle esigenze di disabili
motori e sensoriali, per consentire a tutti di avvicinarsi alla
natura.
|
F =
facile
M = medio
D =
difficile |
Itinerari: i percorsi ufficiali che si snodano sul
massiccio del Monte Velino sono una quindicina ed è vietato
abbandonarli. Itinerario 1: Cartore - Val di Teve – Monte
Cafornia – Bocchetta di Teve. Dislivello: 1500 m Difficoltà:
F (escursionistico) Tempo di percorrenza: 9-10 ore (La Valle di Teve è attualmente chiusa al transito per motivi di
pubblica sicurezza) Itinerario 2: Passo le Forche – M. Rozza – Fonte di
Se vice – Rava di Peschio Capraio Dislivello: 1360 m Difficoltà:
F (escursionistico) Tempo di percorrenza: 7-8- ore
Itinerario 3: S. Maria Valle – Vallone di Sevice –
Monte Velino – Monte Rozza – Passo le Forche Dislivello: 1580 m Difficoltà:
F (escursionistico) Tempo di percorrenza: 8-9 ore
Itinerario 4: Corona – Costa Cafornia – Monte
Cafornia Dislivello: 1222 m Difficoltà:
F (escursionistico) Tempo di percorrenza: 7-8 ore
Itinerario 5: Forme – Valle Majelama –Monte
Bicchero – Costa Cafornia Dislivello: 1400 m Difficoltà:
F (escursionistico) Tempo di percorrenza: 8-9 ore (La Valle Majelama è chiusa al transito dal 16 febbraio al 16
agosto) |
Pantaniello
Notizie generali:
Regione:
Abruzzo Provincia: L'Aquila
Comune Barrea
Istituzione: DM n. 71 del 21 febbraio 1972
Proprietà: Demanio dello
Stato Altitudine: 1810 m s.l.m
Estensione: 2 ha
Organo di Gestione: Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Castel di Sangro
(AQ) Via Sangro 45, 67031, Castel di Sangro (AQ) Tel. 0864/845938
Fax 0864/840706
Email utb.casteldisangro@corpoforestale.it
È un'importante zona umida
posta sul versante Nord-ovest del Monte Greco,
all'interno della Foresta
Demaniale di Chiarano Sparvera, nella zona di
protezione esterna del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e
Molise. Il lago è un invaso naturale a forma rettangolare con la
base prolungata a triangolo; è largo, a seconda della
stagione, da 120 a 135 m ed è lungo circa 200 m in
estate e, nel periodo di massima piena, in primavera
anche 400 m. In questa stagione le acque possono ricoprire parte del
prato, che per circa 1 km si estende alla testata del
lago risultante dall'interramento di un settore
dell'antico bacino a opera dei detriti dovuti
all'erosione dei monti circostanti. La profondità del lago è in media di 40-50 cm in estate
con un aumento di livello, nel periodo primaverile di
circa 30 cm, ma decisamente minore in anni di
particolare siccità; solo sul lato sinistro, a pochi
metri dal muretto a secco, le acque, a causa di un
avallamento del fondo, superano la profondità di 1 m.
Il versante sinistro, comunque, è in media più fondo di
quello destro e ciò condiziona notevolmente la
distribuzione delle piante e degli animali nel bacino
lacustre. Pantaniello è un
lago inframorenico
originatosi dallo sbarramento di una morena depositata,
alla testata della valle di Chiarano, dai ghiacciai che
scendevano dai circhi impostatisi sui calcari
stratificati del Cretacico nel versante Nord-Nord est
del monte Le Toppe del Tesoro. Conformemente alla maggior parte dei circhi glaciali
dell'Appennino, anche quelli del Monte Greco si aprono a
settentrione.
Flora:
La vegetazione prevalente è
quella tipica delle zone umide con presenza di macrofite
ed alghe la cui zonizzazione varia a seconda delle
condizioni ambientali prevalenti nell'anno. Il lago è ricco di alghe epifite:
diatomee, cianoficee,
cloroficee e flagellate che costituiscono il cibo di
molti anfibi e pesci. L'ambiente circostante è costituito dalla prateria di
altitudine. La specie dominante nella riserva è il
Potamogeton spp., mentre quelle che caratterizzano il
biotopo sono: Trifolium thalii,
Carex kitaibeliana, Sesleria apennina, Helianthemum
alpestre, Pulsatilla alpina e Saxifraga moschata.
La riserva è ricca anche di
specie endemiche:
Arenaria bertolonii, viola
calcarata,
Carum carvifolium, Linaria
purpurea, Adenostyles alpina australis, Thlaspi
rotundifolium stylosum e Ranunculus montanus apenninus.
L'associazione
vegetale dominante è il seslerieto a
Sesleria apennina, cui si associano Carex kitaibeliana,
Antyllis vulneraria pulcella e Androsace villosa.
Fauna:
Nelle acque del lago sopravvive come relitto dell'ultima
glaciazione il gambero
lacustre (Gammarus
lacustris), un piccolo crostaceo a distribuzione
boreoalpina, e la tinca (Tinca
tinca). Nella Riserva e nei sui immediati dintorni transitano
numerose specie di vertebrati incluse nell'allegato II della
Direttiva habitat: il lupo (Canis
lupus), l'orso bruno (Ursus
arctos), la vipera dell'Orsini (Vipera
orsinii), il tritone crestato (Triturus cristatus),
l'ululone a ventre giallo (Bombina
variegata). Il capriolo (Capreolus capreolus) ed il
cervo (Cervus
elaphus) hanno ripopolato l'area a seguito dei
numerosi interventi di reintroduzione operati
recentemente in varie zone dell'Italia centrale. Tra le
altre specie di mammiferi si annoverano la volpe (Vulpes
vulpes), il tasso (Meles meles), la donnola (Mustela
nivalis). Anche per quanto riguarda
l'avifauna numerose sono le specie incluse
nell'allegato I della
Direttiva Uccelli che nidificano nel
comprensorio e che fanno la loro comparsa nei cieli
della riserva: l'aquila reale (Aquila
chrysaetos), il falco pellegrino (Falco
peregrinus), il gufo reale (Bubo
bubo) mentre durante le migrazioni sorvolano
frequentemente l'area il nibbio bruno (Milvus
migrans), il falco pecchiaiolo (Pernis
apivorus), il falco di palude (Circus
aeruginosus), l'albanella reale (Circus
cyaneus), l'albanella minore (Circus
pygargus), la cicogna bianca (Ciconia
ciconia) e la cicogna nera (Ciconia
nigra). Altre specie di uccelli comunemente presenti
nella riserva sono: la coturnice (Alectoris
graeca), il sordone (Prunella
collaris), il gracchio corallino (Pyrrhocorax
pyrrhocorax), il culbianco (Oenanthe
oenanthe), il codirosso spazzacamino (Phoenicurus
ochruros) e la ballerina bianca (Motacilla alba).
Come arrivare:
si percorre la SS 17 e all'altezza del Piano
delle Cinquemiglia si prende il bivio per la
Montagna Spaccata; dopo circa 5 km di strada
sterrata si raggiunge l'imposto dove si lascia
l'auto e si prosegue a piedi. In alternativa si
percorre la SS 83 e superata la diga di Barrea
si parcheggia l'auto e si sale a piedi.
|
F =
facile
M =
medio
D =
difficile |
Escursioni e passeggiate:
La Riserva di
Pantaniello è raggiungibile solo a piedi. In
località
Montagna Spaccata si trova un'ampia area picnic
attrezzata 338/7422371-338/8887687. Ci sono due itinerari:
Itinerario
1: Imposto
Chiarano - Lago Pantaniello
Dislivello: 400 m Difficoltà:
F (escursionistico)
Tempo di percorrenza: 5-6 ore
Itinerario 2:
Diga di Barrea - La Capriola - Valle Ianara -
Pantaniello
Dislivello: 900 Difficoltà:
F (escursionistico)
Tempo di percorrenza: 6-7 ore |
Bosco di Sant'Antonio
Notizie generali:
Provincia:
L'Aquila Comune: Pescocostanzo Superficie:
550 ettari Tipologia: Bosco misto con predominanza di
Aceri e Faggi d'alto fusto. Ente Gestore: Comune di Pescocostanzo Tel.
0864641418
La Riserva del Bosco di
Sant’Antonio, istituita nel 1985, ha un estensione di 550 ettari. Si trova
ad una quota compresa tra i 1290 e i 1420 m di quota. Ricade nel territorio del Comune di Pescocostanzo ed è compresa dall’anno
1992, anno della sua istituzione, nel Parco Nazionale della Majella. Racchiudendo in se’ oltre alla bellezza degli alberi secolari numerose
testimonianze storiche, rappresenta un vero monumento, costruito dalla
natura e conservato dall’uomo nei secoli. La riserva offre suggestivi
paesaggi in ogni stagione dell’anno grazie alle forme e ai colori che
assumono gli antichi Faggi (Fagus sylvatica) e i maestosi Aceri cui
si affiancano il Pero selvatico (Pyrus pyraster), il Tasso (Taxus
baccata), il Cerro (Quercus cerris) e il Ciliegio (Prunus
avium).
Questo biotopo forestale
di notevole interesse naturalistico si è conservato sia per la consuetudine
locale di utilizzare il bosco come “difesa”, cioè come pascolo erborato per
bovini ed equini, sia per una forma di rispetto da parte della popolazione
locale.
Flora:
Tra la flora ci sono specie protette come la
genziana maggiore (Genziana
lutea), la peonia (Peonia officinalis), la stellina
odorosa (Galium
odoratum), l’erba fragolina (Sanicula europaea), l’elleboro
(Helleborus
foetidus) e la rarissima Epipactis purpurata, un orchidea
conosciuta solo qui ed in Emilia Romagna.
Fauna:
Vario il patrimonio avifaunistico. Si puo’ osservare il
rampichino
(Certhia brachydactyla), il picchio muratore (Sitta europaea),
il picchio verde (Picus viridis), la tordela (Turdus
viscivorus), etc. Tra i predatori lo sparviero (Accipiter nisus)
e la poiana (Buteo Buteo). Tra i mammiferi oltre alla
donnola
(Mustela nivalis),
al tasso (Meles meles) e alla volpe (Vulpes vulpes) si segnalano
anche frequenti escursioni del lupo (Canis lupus). Sfiorato con tutta probabilita’ dalla Via Minucia romana che collegava
Corfinio con Isernia, a pochi metri dalla strada asfaltata, il Bosco di S.
Antonio merita di essere frequentato in tutte le stagioni. D’inverno, tra i
suoi faggi e nel pianoro sottostante si snoda una delle piu’ belle piste per
sci di fondo abruzzesi; d’estate è possibile compiere passeggiate più o meno
brevi, oppure sostare al fresco per un piacevole picnic.
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Gole del Sagittario
Notizie generali:
Tipologia: Riserva Naturale Regionale
Guidata; istituita con L.R. n. 16 del 1997; Oasi WWF dal 1991. Regione: Abruzzo
Provincia: L'Aquila
Gestione: la riserva è gestita dal
Comune di Anversa degli Abruzzi in convenzione con il WWF Italia. I servizi per la gestione ordinaria, l’accoglienza dei visitatori e
l’attività didattica sono affidati alla Cooperativa Daphne di Anversa.
I 450 ettari della Riserva, istituita nel 1997,
sono inseriti in un paesaggio montano di grande suggestione: sono ben
visibili i segni delle forze tettoniche che hanno lacerato la crosta
terrestre e accavallato grandi pile di rocce calcaree su strati argillosi,
si percorrono i profondi solchi scavati dall’acqua nelle rocce fratturate,
si sale dai 500 metri del corso ombroso del Sagittario, alle rupi assolate e
ai pascoli a 1500 metri di quota. Una ricchezza di situazioni che determina
una notevole varietà di habitat e di specie.
Flora:
Nelle gole crescono piante
acquatiche, specie igrofile come pioppo e salice, altre mesofile come la
rovere, altre ancora tipiche delle rupi umide. Sulle pareti rocciose
assolate si affacciano specie mediterranee e addirittura l’efèdra dei
Nebrodi, considerata una specie relitta dell’Era terziaria. In ambienti
rocciosi trovano rifugio la campanula di Cavolini, il garofano
ciliato o
l’issopo.
Fauna:
Nelle praterie in quota troviamo specie endemiche fra cui il
fiordaliso del Sagittario e specie animali come la coturnice, il gracchio
corallino e persino l’aquila. Dove i pendii ospitano la faggeta si
incontrano anche aceri e tassi. In questo complesso mosaico sono presenti il
lupo, l’orso, il cervo, il capriolo e molti altri mammiferi protetti.
F =
facile
M = medio
D =
difficile |
Escursioni e passeggiate:
A 2 km dal centro di Anversa si trova
il borgo medioevale di Castrovalva; in corrispondenza dell’uscita
dall’autostrada è invece Cocullo con edifici medioevali e noto per
la festa di San Domenico che, il primo giovedì di maggio, si collega
al culto della dea Angizia. Vicini anche i centri storici di Sulmona
e Scanno.
Escursioni a breve raggio si possono
dirigere verso la Riserva di Monte Genzana e il Parco nazionale
d’Abruzzo, Lazio e Molise. M |
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Gole di San
Venanzio
Notizie generali:
Tipologia: Riserva Naturale
Regionale Guidata; istituita con L.R. 16 settembre 1998 n. 84 Regione: Abruzzo
Provincia: L'Aquila
Gestione: Comune di
Raiano, Viale Tratturo, 66027 Raiano (AQ), Tel. 0864 726058
La Riserva Naturale Regionale Guidata Gole di
San Venanzio nasce nel 1998 per proteggere un
tratto del corso del fiume Aterno che, tra i monti Mentino e Urano, ha
scavato sei chilometri di gole. La Riserva è contigua al Parco Regionale del Sirente-Velino, tutela
lo spettacolare canyon del fiume Aterno, nei pressi dei paesi di Raiano
e Molina Aterno; occupa una superficie di 1.072 ettari nel territorio
del Comune di Raiano (L'Aquila).
La Riserva racchiude al suo interno due
aspetti morfologici ben distinti: nella parte orientale, quella delle
Gole, il fiume scorre impetuoso tra due rilievi rocciosi a strapiombo,
mentre nella parte occidentale tutto si trasforma e diventa più dolce,
i pendii diminuiscono, lo spazio si allarga e il fondovalle si
raccorda attraverso una serie di terrazzi naturali al centro abitato.
Flora:
Nel territorio, dove la natura selvaggia dei luoghi ha preservato un
habitat unico e intatto. Sono presenti piante acquatiche semisommerse,
come la cannuccia di palude e il coltellaccio, o fluttuanti come il
sedano d’acqua e la
brasca; sulle rive salici e pioppi si alternano agli ontani.
Interessante anche la flora delle rupi che comprende il fiordaliso giallo,
la Trinia glauca, la campanula di Cavolini. Sulle pareti riparate compaiono
l’efedra, la dafne olivella e il bagolaro. In alto, dove la pendenza è
minore, si sono formati prati aridi con Stipa e Bromus. Lungo i pendii più caldi prevale un bosco rado di
roverella con
terebinto e ginepro alternati a ginestra.
Fauna:
Sono presenti una grande varietà di specie
floristiche e faunistiche. Grazie alla presenza di aree rupestri, gli
uccelli ed in particolare i rapaci (aquila reale, falco lanario),
trovano un habitat ideale per la loro riproduzione. Tra le tante
peculiarità, una la rende veramente particolare: il perfetto equilibrio
tra la preservazione del proprio ambiente e la presenza dell’uomo, con
le numerose tracce che ha lasciato nel corso dei secoli. Nelle
acque dell’Aterno vivono la rara trota macrostigma, l’anguilla
e la
lampreda; numerose le specie di uccelli acquatici fra cui rallidi come
la folaga e la gallinella d’acqua, vari anatidi, il
martin pescatore, il
tuffetto e molti altri. Qui, fra radure e bosco si trovano il capriolo
e il cinghiale. Non rari anche mustelidi e piccoli vertebrati.
Di grande suggestione è l’eremo
quattrocentesco di San Venanzio, costruito tra le due sponde e
meta di escursioni e pellegrinaggi.
L’eremo segna anche
il confine tra il paesaggio delle gole e quello della pianura agricola ai
bordi della quale affiorano numerose risorgive: fra queste si trovano
sorgenti sulfuree. Interessante anche l’antico acquedotto di Corfinio
scavato per un tratto nella parete rocciosa. |
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Grotte di Pietrasecca
Notizie generali:
Tipologia: Riserva Naturale Regionale Speciale; istituita con
L.R. 10 marzo 1992 n. 19 Regione: Abruzzo Provincia: L'Aquila
Gestione: Comune di Carsoli,
Piazza della Libertà, 1 67061 Carsoli (AQ) Tel. 0863 908329
L’area protetta, che ricopre 110 ettari, si
trova interamente nel comune di Carsoli, in un’ampia area carsica ed è la
prima Riserva (nata nel 1992) a livello europeo costituita specificamente
per la tutela di un sito di questo tipo. Di grande fascino sono due cavità
scavate dalle acque nelle rocce calcaree del Cretacico (impressionanti le
rudiste fossili!) : la Grotta Grande del Cervo, scoperta nel 1984, e quella
dell’Ovito. La prima deve la sua importanza al ritrovamento di ossa di cervo
di notevole interesse paleontologico, ma anche di monete romane del IV-V
sec. d. C. La seconda è invece un inghiottitoio nel quale le acque che
scorrono in superficie scompaiono per tornare alla luce a 1300 metri di
distanza nella cosiddetta risorgenza della Vena Cionca a Pietrasecca.
Escursioni e passeggiate:
Le
visite sono consigliate soprattutto in autunno e primavera, quando la
portata della sorgente è maggiore. |
Flora:
Nell’area protetta e sui rilievi circostanti crescono boschi misti con
carpino, orniello, cerro e nocciolo sovrastati da
faggete che ricoprono i
monti attorno fin quasi alla sommità. Nella Riserva fioriscono, tra le
altre, l’Anemone apennina, il Ranuncolino muschiato, la
Saxifraga
rotundifolia.
Fauna:
Fra gli uccelli sono presenti picchio verde
e coturnice.
A Carsoli sono da vedere il borgo antico con il castello angioino e la
cinquecentesca chiesa di Santa Vittoria.
Rappresenta la prima riserva, a livello
europeo, costituita specificamente per la tutela di un sito carsico. Nella
Grotta Grande dei Cervi sono state trovate ossa di cervo di interesse
paleontologico e monete romane risalenti al IV e V sec. d.C. |
F =
facile
M = medio
D =
difficile |
Escursioni e passeggiate:
Percorso
botanico (Interessante percorso alla scoperta delle piante della
Riserva anche in prospettiva della creazione di un "Giardino
botanico" tra le due grotte principali).
Sentieri didattici: 1. Sentiero Monte Dritto (Partendo dalla Valle di SSefano il
sentiero sale tra pini e faggi sulla sommità di Monte Dritto da dove
si vede il panorama della Valleriapazzi, di Riasola, di Valle
Carbonara e del centro storico di Pietrasecca). F 2. Sentiero Fonte Carbonara (Dalla variante Tiburtina, all'altezza
del bivio per Pietrasecca si prende la mulattiera per Fonte
Carbonara, proseguendo per Vallimpuni si arriva al santuario
rupestre della Grotta di S. Angelo interessante per le pitture su
roccia del XII sec. Il percorso si snoda in mezzo ad una vegetazione
rigogliosa, allietata dal canto degli uccelli). F |
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Monte Genzana e Alto Gizio
Notizie generali:
Ente gestore:
Comune di Pettorano sul Gizio
Sede: Piazza Zannelli, 14 - 67034 Pettorano sul Gizio (AQ)
Tel:
0864/487006
Fax: 0864/487006
E-mail: comune.pettorano@aq.it
Superficie:
3.160 ha
Istituzione:
1996
Istituita nel 1996, la Riserva ha un territorio
di più di 3000 ettari compresi interamente nel comune di Pettorano sul
Gizio, in posizione di “cerniera” fra Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e
Molise, Parco Nazionale della Maiella e Riserva delle Gole del Sagittario.
La suggestione del luogo sta anche nel rapporto armonioso tra il bellissimo
centro storico e il paesaggio montano che lo accoglie. Nell’abitato di Pettorano si notano, oltre a begli scorci e portali in
pietra, il castello Cantelmo e il palazzo ducale; a poca distanza dal centro
si possono vedere la chiesetta rurale di Santa Margherita e l’adiacente sito
archeologico di età italica.
Flora:
Il territorio
circostante è tra i più intatti della regione e offre un ricco mosaico di
ambienti: dalla fascia pedemontana in cui si leggono ancora i paesaggi
agrari tradizionali, alle incisioni boscose sui fianchi montani, al circo
glaciale che si apre sul Monte Genzana oltre i 2000 metri di quota. Le
formazioni vegetali si susseguono con continuità verso l’alto, dal bosco
misto alla faggeta, alla fascia degli arbusteti contorti, alle praterie di
alta quota. Fra le particolarità botaniche si notano, oltre al bosso e al
tasso, un buon
numero di specie endemiche e relitte, fra cui Euphorbia gasparrinii,
Genista
sagittalis, Festuca paniculata e Brassica gravinae. Da
notare la sopravvivenza di specie agronomiche antiche come la solina, un tipo di grano
tenero, e varie specie di legumi strettamente legati alla pratica
dell’agricoltura tradizionale.
Fauna:
Gli animali presenti
comprendono non solo specie rappresentative della fauna d’Abruzzo come orso
bruno, lupo, aquila reale, ma anche 117 specie di farfalle.
Come
arrivare:
A25 uscita
Pratola Peligna – Sulmona, si prosegue per circa 18 km sulla SS
17 oltrepassando Sulmona in direzione Roccaraso. |
F =
facile
M = medio
D =
difficile |
Escursioni e passeggiate:
Il sentiero botanico (escursione nel
sentiero botanico con presa visione della flora della riserva. F
Possibili escursioni ai due vicini
parchi nazionali e verso i centri di turismo invernale di
Pescocostanzo, Rivisondoli e Roccaraso. |
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Monte Salviano
Notizie generali:
Ente Gestore:
Associazione Ambiente e/è Vita onlus in
collaborazione con il Comune di Avezzano
Sede:
Piazza della Repubblica, 9 - 67051 Avezzano (AQ)
Tel: 0863/501249
Fax: 0863/410545
E-mail: lbocci@comuneavezzano.it
Superficie:
722 ha
Istituzione:
1999
Istituita con Legge Regionale nel 1999, la
Riserva naturale si estende per 722 ettari tra la Valle Roveto ed il Parco
Sirente-Velino: interamente compresa nel territorio di Avezzano, nasce per
collegare con un parco urbano tutte le parti della città abbandonate e da
recuperare.
La Riserva è frequentatissima dai residenti che vi portano i bambini o la
utilizzano per fare sport o passeggiate a piedi e in bicicletta.
Flora:
Nell’area protetta domina il bosco di pino nero, danneggiato da un incendio
del 1993, ma sono presenti anche castagni e specie spontanee che tendono a
ricolonizzare le radure. Abbondante è la presenza della Salvia officinalis,
una varietà di salvia che cresce nei prati assolati.
Fauna:
In questo ambiente
vivono l’istrice, la lepre, la volpe e mammiferi come lo
scoiattolo
meridionale, scelto a simbolo della Riserva, la donnola e altri
mustelidi.
Fra i rapaci è presente la poiana e il grifone, recentemente reintrodotto
dal Corpo Forestale nelle vicine aree protette. Sui monti della Riserva si
può incontrare anche la farfalla Sloperia proto, rara in Italia, forse
proveniente dall’est europeo.
Sono poi da menzionare il vicino Santuario della Madonna di Pietraquaria,
cui gli avezzanesi sono molto devoti, e gli antichi cunicoli di Claudio, nel
Parco Archeologico di Angitia, interessante opera di ingegneria idraulica
che permise l’iniziale prosciugamento del Lago del Fucino intorno al 50 d.C.
|
Come
arrivare:
A25, uscita
di Avezzano. |
F =
facile
M = medio
D =
difficile |
Escursioni e passeggiate:
1. Via dei Marsi Il sentiero parte dal
valico del Monte Salviano dove c'è il monumento di Cascella e
attraversa tutto il sito fino a raggiungere il Parco Nazionale
D'Abruzzo Lazio e Molise. Lungo il percorso sono presenti pannelli
didattici che descrivono gli ambienti più caratteristici e arriva
fino all'area di avvistamento rapaci. F 2. La curva delle castagne Il percorso è caratterizzato da un antico
castagneto e attraversa un'area a ridosso dell'incendio avvenuto nel
1997. Proprio qui è possibile osservare da una parte il bosco
lineare e coetaneo creato dall'uomo e dall'altra parte il bosco che
sta riconquistando in maniera naturale la parte bruciata attraverso
tutta una serie di specie vegetali autoctone.
F |
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Zompo lo Schioppo
Notizie generali:
Superficie:
1.025 ha
Provincia: L'Aquila
Istituzione:
1987
Sede: Via delle Ferriere, 10 - 67050 Morino (AQ) Tel. 0863/978809 Fax: 0863/970909 info@schioppo.aq.it
Ente Gestore: Comune di Morino
Con questa denominazione si identifica
un'area protetta di 1025 ettari, istituita attraverso la L.R. n° 24 del
29.05.1987 e ricadente nel territorio comunale di Morino (AQ). Il nome deriva direttamente dalla
cascata Zompo
lo Schioppo, sicuramente l'elemento più rappresentativo del
paesaggio della riserva, collocata nella parte più a valle di un ampio
anfiteatro tra i Monti Simbruini ed Ernici, in Val Roveto. La presenza
dell'uomo nella Val Roveto, infine,
è stata dalle sue origini risalenti all'Età del Bronzo, di grande
importanza ai fini della comprensione delle maggiori vicende legate alla
storia dell'Italia centrale. Dagli incastellamenti precedenti al VI sec.
a.C., all'arrivo delle popolazioni marse, dall'invasione dei Romani fino
alle vicende medievali, dal fenomeno del brigantaggio fino al terremoto
del 1915, la storia e l'urbanistica di questa parte di Abruzzo vivono
attraverso testimonianze architettoniche di rilievo, esemplari
dell'evoluzione di tutta l'Italia centro appenninica.
Flora:
A caratterizzarne il territorio
prevalentemente montano, accanto all'elemento acqua, di cui l'area della
riserva è ricca, è la presenza di una rigogliosa foresta, che si estende
per la quasi totalità dell'area protetta. Questo tipo di
caratterizzazione naturale è diretta conseguenza del clima temperato, in
cui convivono settori caldi e freschi, così da favorire una vegetazione
rigogliosa, con convivenza di elementi mediterranei come il leccio e di
altri, tipici dei climi più freddi, quali il faggio e il tasso. Altro fattore fortemente condizionante il paesaggio naturale della
riserva è l'altitudine che, variando tra dai 600 ai 2000 metri,
favorisce la presenza di diversi ambienti: dal paesaggio coltivato e
urbanizzato, posto a quote più basse, alle praterie d'altitudine,
passando per i querceti, i boschi di faggi pluricentenari, il variegato
ambiente rupestre e, più in alto, il bosco misto e la foresta di faggio. Al di sopra dei 900 metri di altitudine l'alto fusto di faggio prende il
predominio della foresta, che risulta quindi in tutto e per tutto una
faggeta, con pochi esemplari di altre specie. Nelle piccole radure che
si aprono al suo interno é stata scoperta una varietà incredibile di
orchidee, più di 20 differenti specie che rendono ancor più magico
l'ambiente della faggeta.
Fauna:
La varietà del paesaggio naturale favorisce
lo stabilirsi di numerose specie animali: da quelle più tipiche della
riserva come i picchi, a quelle di maggiore interesse scientifico quali
l'orso bruno marsicano e il lupo appenninico, a quelle più rare, come il
gufo reale, il falco pellegrino, il gracchio corallino. Inoltre, da
pochi anni il capriolo é tornato ad abitare stabilmente la Riserva e le
aree circostanti. Elemento unificante di questo complesso paesaggio è l'acqua, che lo
attraversa nelle sue diverse forme, dalla più spettacolare, come la
cascata, alle più miti, come l'insieme di pozze, ruscelli e torrenti che
prendono corpo alimentando infine il principale corso: il torrente Lo
Schioppo. E' legata all'acqua la presenza di altre specie animali unite
da una catena alimentare molto interessante alla cui base vi è una
grande varietà di invertebrati, che costituisce il sostentamento
principale per il merlo acquaiolo e la trota fario.
Come
arrivare:
A25, uscita
di Avezzano, quindi superstrada del Liri in direzione Sora,
uscita Morino poi indicazioni per Grancia. |
F =
facile
M = medio
D =
difficile |
Escursioni e passeggiate:
La visitabilità della riserva è
consentita da percorsi escursionistici e didattici e agevolata
dalla presenza di tre aree di sosta e tre rifugi. Si segnalano,
ancora, un centro di ricezione, un camping e alberghi ubicati a
Morino e Civitella Roveto, così come non mancano punti di
ristoro.
1. Sentiero natura Lo Schioppo; F 2. Sentiero storico-antropologico Morino Vecchio;
F 3. Sentiero Tasso;
F 4. Sentiero Area Faunistica. F |
Sorgenti del Vera
Notizie generali:
Superficie:
30 ha
Istituzione:
1983
Ente gestore:
Comune de L'Aquila
Sede: Via Roma - 67100 L'Aquila (AQ) Tel: 0862/6451 Fax: 0862/645482
Dal 1983 le Sorgenti del Vera sono area
protetta (prima come Parco Territoriale Attrezzato, ora come Riserva
Naturale Guidata): è un'area di circa 30 ettari praticamente attigua al
centro abitato di Tempera (1000 abitanti circa), frazione di L'Aquila
situata a 7 km dal capoluogo.
Flora:
Sono presenti specialmente pioppi neri (Populus nigra) e
salici di varie
specie (soprattutto Salix alba), oltre a un lussureggiante sottobosco
con equiseti (Equisetum arvense) e farfaracci (Petasites hybridus).
Abbondano anche cespugli di biancospino e prugnolo.
Fauna:
Per quanto riguarda la
fauna, sono osservabili soprattutto uccelli come la ballerina bianca (Motacilla
alba), la ballerina gialla (Motacilla cinerea), il rampichino, il
pigliamosche, il codirosso e il picchio verde. Ovviamente non mancano
mammiferi come faine e volpi. Nelle chiare e limpide acque, habitat naturale
soprattutto di trote fario, è stato scoperto un raro plecottero (Plecoptera)
del genere Tacniopteryx.
Escursioni e passeggiate:
È presente un suggestivo percorso
pedonale e ciclabile ben curato che dal paese porta direttamente
alle sorgenti, risalendo il corso del fiume. |
Lago di
Barrea
Notizie generali:
Tipologia: Lago
artificiale.
Provincia: L'Aquila.
Comune: Barrea, Civitella Alfedena, Villetta Barrea.
Superficie: 303 ettari. Contatto: Ente Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e
Molise, via Santa Lucia, 1 - 67032 Pescasseroli (AQ), tel 0863910715.
La Zona Umida del Lago di Barrea fu
individuata ed inserita dal 1976 nella lista delle aree previste dalla
Convenzione di Ramsar.
Ente
gestore: Ente Autonomo Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e
Molise, con sede a
Roma e
Pescasseroli
(AQ).
Il lago di Barrea è un lago artificiale ricavato nel 1951 dallo
sbarramento del fiume Sangro presso la foce di Barrea.
È situato all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, nella Comunità
Montana Alto Sangro e altopiano delle Cinquemiglia. Sul lago si
affacciano i comuni di Barrea, Civitella Alfedena e Villetta Barrea.
Come arrivare:
Per raggiungere i comuni che
costeggiano il lago, c'è la necessità di passare per Castel di
Sangro o Pescasseroli, secondo le propria provenienza. La
distanza da entrambi i comuni è di circa 15 / 20 km. |
Riferimenti presi da parks.it -
corpoforestale.it - regione.abruzzo.it - abruzzoworld.com -
riserveabruzzo.it - siti ufficiali Comuni
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