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L'Abruzzo dei parchi...
Provincia di Pescara
Lama
Bianca
Notizie generali:
Tipologia: Riserva Naturale Orientata
Statale; istituita con D.M. 5 giugno 1987; ricade nel Parco Nazionale della
Majella. Regione: Abruzzo Provincia: Pescara
Gestione: Ex Azienda di Stato
per le Foreste Demaniali, Viale Riviera, 299 65123 Pescara
Informazioni: Centro di Visita del Parco
Nazionale della Majella, via del Vivaio 65023 Caramanico Terme (PE) - tel.
085 922343 - e-mail: majambiente@tin.it
La Riserva Naturale Orientata Statale Lama
Bianca di Sant'Eufemia a Majella interessa un'area di 1.300 ettari sui
rilievi appenninici, nel Comune di Sant'Eufemia a Majella. con più di 1.500
metri di dislivello.
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Confinante con la riserva della Valle dell'Orfento e istituita nel 1987,
ricade nel territorio del comune di S. Eufemia a Majella in provincia di
Pescara e si estende su 1.407 ettari quasi verticalmente dalla cima piu’
elevata del Monte Amaro (2795 m), alla vallata del Fiume Orta con oltre 1500
m di dislivello.
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Le attivita’ produttive nella riserva sono limitate alla pastorizia ed al
recupero di legname nel taglio di conversione all'alto fusto. Recentemente,
nell'ambito del Progetto Astore, sono stati realizzati sentieri natura
speciali per i portatori di handicap; l'accesso ai sentieri e alle aree
picnic è pero’ regolamentato in caso di gruppi numerosi.
Flora:
La ricca vegetazione si estende
per diversi ettari con alberi di faggio e pino mugo nella cui boscaglia
crescono varie specie di genziane. Si incontrano anche il giglio rosso, il
giglio martagone, la peonia selvatica e, alle quote piu’ elevate, la
stella
alpina appenninica.
Fauna:
Il patrimonio animale è costituito dall'orso bruno, dal
lupo, dal cervo e dal capriolo,
e diverse specie di uccelli, come
la coturnice.
F =
facile
M = medio
D =
difficile |
Sentiero
Grotta Zappano:
Lunghezza del percorso: 800 mt circa; difficoltà: facile; variazione
di quota: irrilevante; tempo medio di percorrenza: 30 minuti A/R.
M
Naturalistiche: il percorso attraversa un denso bosco ceduo di
faggio, con notevoli specie floreali tipiche del sottobosco. La zona
ospita la fauna più esclusiva dell'Appennino centrale con specie
quali l'Orso marsicano, il Lupo appenninico ed il Gatto selvatico. |
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Monterotondo
Notizie generali:
Provincia: Pescara, L’Aquila. Comuni: Bussi, Castiglione a Casuria, Corfinio, Popoli, Tocco. N° elenco ufficiale aree protette del 24/07/2003: 51
Provvedimento d’istituzione: decreto Ministero Agricoltura e Foreste 18
ottobre 1982. Altre classificazioni: Centro educativo-ambientale di Popoli-Monte Corvo del Corpo forestale dello
Stato; la Riserva ricade in parte nei confini del Parco Nazionale della Majella e
in parte nei confini del Parco Nazionale del Gran Sasso-Laga; Zona di
Protezione Speciale ai sensi della direttiva 79/409/CEE riguardante la
protezione degli uccelli; Sito d’Importanza Comunitario ai sensi della
Direttiva 92/43/CEE. Proprietà: Regionale mentre il Centro di Popoli è del Demanio dello
Stato. Localizzazione geografica: tra Majella e Gran Sasso a cavallo delle
Gole di Popoli. Altitudine: 230-1.731 m s.l.m. Estensione: 1.452 ha + 116 ha del Centro di Popoli.
La Riserva di Monte Rotondo è situata tra i rilievi montuosi sulle ultime propaggini meridionali del Gran Sasso
e le prime propaggini del Morrone (massiccio della Majella). Essi sono di
natura calcarea e divisi dalla profonda Gola di Popoli scavata dal torrente
Pescara che ha le sue sorgenti poco lontano.
Flora:
A causa del notevole dislivello e del diverso
orientamento dei versanti, la vegetazione della Riserva si presenta
estremamente varia. Alle quote più basse (fino a 90 m circa), e nei versanti
esposti a sud, la vegetazione è quella tipica termofila (leccio e
roverella). Al di sopra il bosco misto lascia gradualmente il posto ad
estese faggete sui versanti settentrionali. In alcune zone (come "La Fossa")
troviamo popolamenti artificiali di abete rosso e bianco, oltre a
rimboschimenti di pino d’aleppo, pino marittimo,
cedro, cipresso e cipresso
arizonico.
Fauna:
Tra i mammiferi che frequentano l'area,
troviamo il lupo, l'orso bruno marsicano, il gatto selvatico e la
martora. Ricca l'avifauna: tra gli uccelli nidificanti, l'astore, lo
sparviero,
l'aquila reale, il falco pellegrino, il torcicollo, la
tottavilla, la
rondine montana, il calandro, il prispolone, lo spioncello, la
passera
scopaiola, il sordone, il culbianco, il codirossone, la
tordela, il luì
verde, il regolo, il picchio muraiolo, l'averla piccola, il
ciuffolotto, il
zigolo giallo, il zigolo muciatto, la balia dal collare, il
gracchio alpino,
il gracchio corallino, la coturnice.
Come arrivare:
L’Azienda Pilota si raggiunge
dall’autostrada A25 (Roma- Pescara) uscita Bussi-Popoli (per chi
proviene da Pescara) o uscita Sulmona-Pratola Peligna (per chi
proviene da Roma) e seguendo la SS. 5 Tiburtina Valeria fino al
cartello che indica il “Centro del Lupo”. |
Servizi per i visitatori:
Visitabile. Orari di apertura al pubblico: 9.00/ 13.00 Servizi per i visitatori: Centro Visita, aree sosta e Pic-nic,
recinti faunistici dove sono presenti lupi, mufloni, cervi,caprioli,
cinghiali e daini oltre che rapaci ospitati nelle voliere
didattiche. In particolare dal banco di regia e telecontrollo del
centro-visita, collegato con un sistema di telecamere nascoste nel
bosco e nella tana, si possono osservare i lupi nel loro ambiente
naturale. |
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Piana Grande della Maielletta
Notizie generali:
Tipologia: Riserva Naturale Orientata Statale
Istituzione: istituita con D.M. 18 ottobre 1982; ricompresa nel Parco
Nazionale della Majella.
Superficie:
366 ha
Provincia: Pescara
La
Riserva Naturale Orientata Statale Piana Grande della Majelletta interessa
un'area a pascoli d'alta quota di 366 ettari, nei comuni di Caramanico Terme
e Roccamorice (PE).
Biotopo interessato dalla presenza del lupo
appenninico e gatto selvatico, particolarmente adatto alla reintroduzione
del cervo e del capriolo; ospita rilevanti popolazioni di coturnice
costituendo inoltre un importante ambiente per diverse specie di mammiferi,
volatili e rettili.
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Pineta di Santa Filomena
Notizie generali:
Superficie:
20 ha
Provincia: Pescara
Istituzione:
1977
Fascia litoranea di protezione dell'entroterra
con insediamenti di pino domestico e marittimo.
Si estende per circa tre chilometri dalla zona nord di Pescara in direzione
di Montesilvano.
Flora:
I circa 20 ettari della Pineta si
presentano artificialmente popolati di alberi tipici delle pinete litoranee
come il Pino d'Aleppo e il Pino domestico, ai margini di essa si
rintracciano essenze come il cakileto, l'agropireto e l'ammofileto.
Fauna:
Per quanto minacciato
dall'inquinamento, l'habitat della pineta resta tra gli ultimi ecosistemi
cittadini in grado di attirare gli uccelli migratori come la Rondine di
mare, il Mignattino, il Gabbiano reale, il Gabbiano comune e qualche
Cormorano. Tra i nidificanti: il Rampichino, la Cinciallegra, la
Cinciarella, la Capinera e il Saltimpalo.
Nei quasi tre chilometri
del suo sviluppo, la pineta alterna zone meglio tenute ad altre piu'
degradate: i sentieri per brevi passeggiate sono numerosi e iniziano
un po' ovunque. |
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Valle dell'Orfento
I e II
Notizie generali:
Gestore:
Riserva naturale Valle dell' Orfento I
Superficie:
2.606 ha
Provincia: Pescara
Istituzione:
1971
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Gestore:
Riserva naturale Valle dell' Orfento II
Superficie:
320 ha
Provincia: Pescara
Istituzione:
1972
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Nel cuore del Parco Nazionale della Majella, le riserve, nata nel 1971-1972,
sono un vero 'santuario" della natura, un'isola verde posta nella selvaggia
valle solcata dal fiume Orfento, ricco di acque popolate di fauna ittica,
nel comune di Caramanico Terme.
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Flora:
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La rigogliosa vegetazione che costeggia l'alveo del fiume è costituita dai
Salix purpurea, Salix elaeaguos, Salix alba, Angelica sylvestris,
Valeriana
officinalis, etc. e, piu’ raramente, dalle Felci. Le considerevoli
escursioni altimetriche e la diversita’ delle esposizioni determinano una
forte variabilita’ nelle condizioni climatiche ed in quelle della
vegetazione.
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Scendendo di quota si trovano le faggete e, nelle praterie
d'altitudine, la Stella alpina dell'Appennino, il Caponero alpino, il
Camedrio alpino. Nelle aree piu’ calde vegetano il Leccio, la
Roverella, il
Carpino nero, l'Acero campestre ed il Maggiociondolo. Nei fondovalle e
presso gli stagni crescono specie non comuni di flora nitrofila: Rumex
alpinus, Cinoglossum officinale mentre le nicchie rupestri custodiscono
delle preziosita’ biologiche endemiche come l'Aquilegia della Majella, il
piccolo Erinus alpinus, la Violacciocca d'Italia, la rarissima
Efedra
nebrodense e la bellissima Peonia pellegrina.
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Fauna:
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Altrettanto ricca la fauna ornitica che comprende lo Sparviero, il Lodolaio,
il Falco pellegrino ed il piu’ raro Lanario. Sui pascoli d'alta quota
nidificano il Fringuello alpino, lo Spioncello, la Coturnice. Tra le acque
dell'Orfento si osservano la Ballerina gialla ed il Merlo acquaiolo, eletto
a simbolo della riserva. Molto interessante la presenza stabile della Lontra
nel bacino fluviale. Completano la ricca fauna la Volpe, la Lepre e le
arvicole. Da rilevare le fitte mughete tra le quali trovano rifugi
numerosi passeriformi tra cui la Passera scopaiola, il Crociere
ed il raro Merlo dal collare.
Le visite alle riserve, libere solo
su alcuni itinerari, sono del massimo interesse; per escursioni guidate si
segnala la Cooperativa "Tre Portoni" di Caramanico. Da vedere il Centro Visite
di Caramanico, intitolato al naturalista Paolo Barrasso. Di grande interesse gli
eremi di S. Giovanni e di S. Onofrio. |
Lago di Penne
Notizie generali:
Tipologia: Riserva Naturale Regionale Guidata; istituita con L.R. 29
maggio 1987 n. 26; Oasi WWF Italia dal 1987. Regione: Abruzzo
Provincia: Pescara
Gestione: Comune di Penne, Contrada Collalto, 1 65017 Penne
(PE) Tel. 085 8215003
Formato da una diga sul fiume Tavo, il lago di
Penne è il cuore della Riserva Naturale Regionale Guidata Lago di Penne;
occupa una superficie di 150 ettari nei comuni di Farindola, Montebello di
Bertona e Penne (Pescara).Nelle acque del lago di Penne si specchia
imponente il Gran Sasso.
Flora:
la vegetazione ripariale é caratterizzata da pioppo
nero e bianco e salice bianco.
Fauna:
Ricco anche il campionario dell'avifauna: nelle stagioni giuste è possibile
osservare aironi cenerini e rossi, garzette, nitticore (simbolo della
Riserva), frosoni, beccafico, zigolo muciatto, averla capirossa,
spatole,
mignattai, falchi pellegrini e cicogne nere.
Trote, tinche, lucci, barbi e cavedani sono
alcune delle specie ittiche presenti.
Come
arrivare:
A14, uscita
Pescara nord, quindi SS 16 bis direzione Cappelle sul Tavo
A14, uscita
Pescara ovest, quindi S.S. 81 direzione Penne
A25, uscita
Chieti-Pescara, quindi S.S. 81 |
Oltre ai sentieri natura da cui
effettuare il bird watching, sono stati allestiti per i visitatori
anche un Centro di educazione ambientale, un Centro "lontra", alcuni
stagni didattici, con pesci di lago e di fiume, voliere per il
recupero dei rapaci feriti, un museo naturalistico, un orto botanico
e un percorso attrazzato per disabili. |
La scuola
di escursionismo naturalistico
La presenza nella Riserva di Penne di
ben undici Accompagnatori di Media Montagna ha reso possibile la
costituzione della Scuola di escursionismo naturalistico “Collalto”.
L'attenzione sempre maggiore che la stampa rivolge all'ambiente,
alle battaglie in sua difesa, alle stesse attività della riserva
naturale, ha determinato negli ultimi anni un costante incremento
del flusso turistico valutato intorno alle trentamila presenze annue
nella sola riserva di Penne. I visitatori dell’area protetta sono
ragazzi delle scuole, famiglie, gruppi organizzati, giovani di
provenienza nazionale ed estera e addetti ed esperti in gestione di
ambienti naturali. Il visitatore cerca l'incontro con le attrattive
dell'area protetta (flora, fauna, natura spettacolare) ed apprezza
sempre di più sia le strutture più organizzate sia le guide esperte
per ottenere i migliori benefici culturali che la visita può
offrire. Il primo passo per la gestione di questo flusso di persone
oltre alla professionalità dei singoli accompagnatori, é quindi la
realizzazione di strutture di fruizione.
Nella Riserva Naturale Lago di Penne
esiste il Centro Lontra, il Centro Anatre Mediterranee,
lo Stagno per anfibi, le aree per il progetto Ecologia dei Mustelidi e delle
Testuggini terrestri.
Per l’accoglienza del pubblico la
Scuola dispone di strutture ricettive, giardini delle farfalle,
laboratorio entomologico, centro visite, palestra di arrampicata
sportiva con annesso ponte tibetano, il tutto a ridosso delle
spettacolari montagne del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti
della Laga. Il flusso turistico é gestito dagli accompagnatori con
numerosi programmi e proposte sportive e culturali, e con visite
guidate fino a 6 o 10 ore, o pacchetti più complessi che impegnano
per tre o cinque giorni. |
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Sorgenti del Pescara
Notizie generali:
Ente Gestore:Comune
di Popoli Estensione:
49 ha + 86 ha di fascia di protezione esterna
Indirizzo:C/o
Municipio, via Salita di Cocco 10 65026 Popoli (PE) Tel. 085.9870506 - Fax.
085.9870534 Punto informativo: 085.980510 - 3289870653
riservasorgentidelpescara@comune.popoli.pe.it
Lago formato da sorgenti le cui acque sono di
eccezzionale purezza.
Flora:
A Capo Pescara la vegetazione acquatica si
differenzia con varie tipologie di forma e di adattamenti, alcune delle
quali non trovano corrispondenza in altre sorgenti della regione. Le piante
sono totalmente o parzialmente sommerse, fluttuanti o radicate nella
fanghiglia di fondo o con porzioni somatiche più o meno ampiamente
emergenti. Esse manifestano adattamenti morfologici (e fisiologici) a seconda se
vegetano nel settore sorgivo o palustre o fluviale, per cui possono assumere
habitus differenti (forme appiattite, assottigliate, allungate, espanse,
galleggianti). Le zone di margine, ove si rinvengono i canneti ed i magnocariceti,
erroneamente ritenute secondarie rispetto al corpo idrico vero e proprio,
meritano adeguata attenzione, poiché costituiscono l’insostituibile habitat
per la riproduzione di moltissime specie di crostacei, anfibi, uccelli e di
molti altri animali e piante. A Capo Pescara le piante evidenziano vari aspetti adattativi di seguito
elencati.
Piante totalmente sommwrse o con parti
galleggianti
Si rinvengono nei settori centrali ove si
configura sempre più nettamente una lenta corrente fluviale, man mano che ci
si allontana dal settore sorgentizio vero e proprio. La situazione ambientale di corrente ha pertanto selezionato una flora
reofila non molto ricca (circa 5-6 specie), quali il muschio Fontinalis
antipyretica, Potamogeton pectinatus, Potamogeton natans,
Ceratophyllum
submersum, Ranunculus trychophyllus. Tali comunità appartengono al
Potamogetonion, alleanza fitosociologica ampiamente diffusa in Italia ed
Europa negli ambienti di acque fluenti. Ecologicamente le piante sommerse
mostrano una netta stratificazione a seconda della loro capacità
fotosintetica in rapporto alla penetrazione della luce. Quelle ancorate in
profondità sono capaci di catturare più deboli quantità di luce, hanno color
verde cupo e sono rappresentate da cuscinetti di muschio (Fontinalis
antypyretica) e da macrofite del genere Ceratophyllum; intrecciate a queste
e più in superficie risalgono Potamogeton pectinatus e P. natans ed anche
Callitriche e Ranunculus gr. aquatilis. L’ambiente acquatico di Capo Pescara offre alle piante sommerse dei vantaggi
rispetto alle piante terrestri circostanti: a) per la costanza della tempertura durante l’anno la vegetazione vi spicca
verde ed intatta sotto la copertura dell’acqua anche nel periodo invernale;
b) la mancanza di torbidità a Capo Pescara rende possibile un’alta capacità
fotosintetica alle piante acquatiche anche degli strati più profondi (4-5
m), e per ciò abbondante e fitta è la produzione di biomassa, ed altrettanto
notevole è l’ossigeno liberato nell’interno della massa fluida; di ciò trae
beneficio la respirazione degli animali e la stessa acqua, nella quale è
possibile la decomposizione della sostanza organica da parte di batteri
aerobi, fino alla mineralizzazione della stessa; c) le piante acquatiche hanno consistenza flaccida (le sommerse non hanno
infatti veri e propri tessuti meccanici) e vanno incontro ad una rapida e
completa decomposizione, formando un fertile detrito, dal quale trae
nutrimento anche il plancton, e perciò correlativamente i pesci e gli altri
organismi animali.
Piante acquatiche di
margine
Verso le zone di margine di Capo Pescara la
corrente si fa progressivamente più lenta, fino ad annullarsi all’estremo
bordo, la profondità diventa minore e la sedimentazione maggiore. La facilità di attecchimento favorisce l’insediamento di una flora più varia
e più ricca di individui, raggiungendosi, in taluni tratti, coperture di
vegetazione anche del 100%. La vegetazione delle acque ferme e stagnanti è ecologicamente complessa e
presenta situazioni assai diversificate. 1) Piante non radicanti (galleggianti liberamente sul pelo d’acqua). In settori marginali dove non c’è movimento di acqua o di vento si
costituiscono vaste estensioni verdi, coperte regolarmente e fittamente
dalla lenticchia d’acqua (Lemma minor, Lemma trisulca). Sono piante di
qualche mm di diametro, a forma di piccolo dischetto verde, che galleggiano
sulla superficie dell’acqua, immerse con sottili filamenti radicali, con
funzione sia assorbente che di equilibratrice del galleggiamento. Nei
settori meno chiusi compare anche Schenoplectus lacustris, Callitriche sp.,
e talvolta Utricularia vulgaris. Dove si è stabilmente costituito, il denso tappeto erboso di lemma non
favorisce la penetrazione della luce in profondità (solo Ceratophyllum, si è
adattato a tali condizioni di bassa luminosità), cosicché al di sotto di
esso non si costituisce alcuna stratificazione di vegetazione. 2) Piante radicanti nell’acqua ed emergenti con la parte aerea.
Sono le idrofite più abbondanti e più riccamente rappresentate. Hanno le
radici e le porzioni inferiori del caule immerse nell’acqua, le parti
superiori emerse. Ricche di cellulosa producono grandi quantità di detriti
di lenta demolizione, cosicché si accumulano per più lungo tempo. A Capo Pescara piante di tale habitat sono numerose:
Nasturtium officinale,
Apium nodiflorum, Typha latifolia, T. angustifolia,
Sparganium erectum,
Alisma plantago-aquatica, Carex elata, Carex pendula,
Rumex hydrolapathum,
Eleocharis palustris, Schenoplectus lacustris, Polygonum amphibium,
Phragmites australis, Iris pseudacorus, Lythrum salicaria,
Myosotis
scorpioides, Equisetum sp., Veronica anagallis-aquatica, ed altre. L’estensione della fascia di vegetazione in cui compaiono le piante
anzidette è per lo più limitata a qualche metro della sponda lacustre: anche
la copertura è discontinua. A causa della notevole profondità (anche 4-5 m)
si sono selezionati taluni ecotipi. Schenoplectus lacustris ad esempio ha
uno stelo cilindrico, privo di foglie, immerso per 4 m ed oltre nell’acqua,
ancorato nella melma del fondo, e fuoriesce per circa 1 m dal pelo d’acqua.
Per portare ossigeno alle radici tutto il corpo è percorso da una serie di
canali spugnosi. Anche la canna d’acqua (Phragmites australis) ha ampiamente
colonizzato lo specchio d’acqua. Molti individui sono immersi per 2-3 metri,
ma l’apparato rizomatoso non ne soffre essendo ricco di protuberanze
rigonfie con spazi aerenchimatici contenenti aria. Nell’habitat acquatico prossimo alla sponda si impianta il
Nasturtietum
officinalis, associazione con predominio di crescione (Nasturtium
officinalis), di veronica acquatica (Veronica anagallis-aquatica) e di poche
altre piante. Tale associazione si afferma in acque poco correnti,
ossigenate e ricche di sali di calcio. Molto affine al nasturzieto è
l’Helosciadetum, caratterizzato dalla sedanina d’acqua (Apium nodiflorum),
Callitriche palustris ed altre specie; tale vegetazione si impianta in acque
quasi ferme.
Vegetazione di
sponda
In prossimità della sponda lo strato di acqua è meno profondo (la profondità
può variare da mezzo metro ad un metro circa). La prima fascia di
vegetazione che si impianta si caratterizza per le grandi dimensioni delle
piante (anche alte 2-3 m) e per la tendenza a formare popolamenti puri nei
quali cioè prevale di gran lunga una sola specie. Fisionomicamente la
vegetazione assume un aspetto compatto e continuo, diffuso per più o meno
larghe estensioni. Nettamente predominanti diventano i canneti (fragmiteti)
a cannuccia di palude, (Phragmites australis) quando il suolo è pianeggiante
ed invaso periodicamente dall’acqua. Sul bordo esterno del canneto possono
radicare numerose entità, quali sparganio (Sparganium erectum), carici
(Carex pendula) e giunchi (Juncus articulatus), ed inoltre Lythrum
salicaria, Epilobium hirsutum, Mentha aquatica, Thalictrum flavum,
Iris
pseudacorus, Rumex aquaticus. Quando l’ambiente palustre di margine è stato manomesso per intervento
antropico (terreno rimosso, aperture di strade e canali, ecc.) o le acque
sono inquinate per scarichi possono prendere il sopravvento le tife (Typha
angustifolia, T. latifolia), piante alquanto resistenti all’inquinamento per
eutrofizzazione. Quando il suolo è meno direttamente collegato con l’acqua ed il terreno più
asciutto, si può osservare una vegetazione a ciuffi, espansi a cupola,
costituita da grossi e tenaci carici (Magnocaricion elatae Br.-Bl). Il
magnocariceto (a Capo Pescara alquanto ridotto) fisionomicamente appare come
una prateria erbosa ad alte erbe, di struttura quasi monospecifica,
nettamente dominata da Carex elata e Carex riparia. Nell’ambiente del canneto s.l. si possono pertanto individuare varie
associazioni, a seconda del minor o maggiore interramento: a) scirpeto lacustre (Scirpetum lacustris). Le piante componenti questa
formazione radicano nell’acqua. Sono Schenoplectus palustris,
Butomus
umbellatus, Potamogeton sp., Phragmites australis (raro). b)
Fragmiteto (Phragmitetum australis). Le piante possono essere anche su
suolo asciutto, ma periodicamente inondato. Nettamente predominante è la
cannuccia d’acqua (Phragmites australis). A Capo Pescara tale associazione è
in netta progressione a causa dell’interramento avanzante. c) Tifeto a foglie sottili (Typhetum angustifoliae);
tifeto a foglie larghe (Typhetum latifoliae). Il tifeto si afferma quando vi è maggior
interramento, ma l’apparato radicale è periodicamente in contatto con
l’acqua. Tali associazioni sono caratterizzate dalle tife, accompagnate da
altre piante (Equisetum sp. pl., Carex sp. pl., Lycopus europaeus,
Stachys
palustris, Myosotis palustris, Sparganium erectum, ecc.). d)
Magnocariceti (Magnocaricion). Sono le formazioni a grandi carici. Si
impiantano dove l’interramento è maggiore. Predominano varie specie di
carice. Altre entità sporadiche sono Galium palustre, Iris pseudacorus,
Filipendula ulmaria, Lythrum salicaria, Valeriana officinalis, ecc. e)
Saliceto bianco (Salicetum albae). Alla fascia dei canneti segue, verso
l’interno, la fascia dei saliceti. A Capo Pescara predomina nettamente il
salice bianco (Salix alba) che forma localmente boscaglie igrofile, ove si
rinvengono numerose entità arbustive (corniolo, olmo campestre,
sambuco,
rosa selvatica, ligustro). Il sottobosco è alquanto ricco floristicamente e
vi si rinviene Carex pendula, Viola odorata, Brachypodium sylvaticum,
Ranunculus lanuginosus, Arum italicum, ecc. Non sono rare inoltre talune
rampicanti quali Hedera helix, Solanum dulcamara, Humulus lupulus. Alle numerose associazioni dell’ambiente acquatico della Riserva di Capo
Pescara, vanno aggiunte quelle della zona arida pietrosa, delle boscaglie,
incolti e dei piccoli pratelli erbosi del colle soprastante le sorgenti. Recentemente la vegetazione della Riserva è stata illustrata e cartografata
da Pirone ed altri (1997). Sono state identificate ben 31 tipologie
vegetazionali differenti ed una flora di oltre 560 entità. La Riserva
pertanto evidenzia una notevole diversità floristica e vegetazionale tenuto
conto della modesta estensione di appena 1,3 kmq.
Piante di particolare
interesse floristico
Myosotis scorpioides L. Pianta di
ambienti palustri e di suoli inondati. Elemento europeo-W-asiatico, in
Italia noto per la Pianura Padana, dal Piemonte al Veneto. La stazione di
Capo Pescara è una delle poche per l’Abruzzo (la pianta è nota anche per il
Tirino).
Elodea canadensis Michx. Pianta
sommersa, di ambienti fluviali lentamente scorrenti, avventizia
naturalizzata, originaria dell’America settentrionale, è nota per i fiumi di
molte regioni italiane. In Abruzzo è rara; oltre a questa località si
rinviene nell’Aterno e nel Vetoio presso L’Aquila e nel Fiume Giardino
(Popoli).
Potamogeton sp. pl. (varie specie) Si
tratta di piante sommerse di grande importanza quali produttrici di ossigeno
nell’interno delle masse acquee. In molte regioni italiane le piante di tale
genere sono in netta diminuzione o in via di scomparsa a causa della diffusa
eutrofizzazione e per l’inquinamento delle acque interne.
Butomus umbellatus L. Radicante
nell’acqua. Gli individui di Capo Pescara hanno foglie molto lunghe (fino ad
1,5 m), erette, spugnose, a sezione trigona. Qui non si rinvengono individui
fioriti, per cui si riproducono per moltiplicazione vegetativa. La specie ha
distribuzione eurasiatica. In Italia è nota per le regioni dell’arco alpino
e per quelle del versante orientale.
Linum nodiflorum L. Pianta annuale di
incolti e pascoli aridi, a distribuzione mediterranea, in Italia rinvenibile
soprattutto lungo il versante tirrenico. La località di Capo Pescara è una
delle rare località dell’Abruzzo dove era precedentemente indicata per
Picinisco nel Parco Nazionale d’Abruzzo e per Giulianova e Teramo.
Viola hymettia Boiss. et Heldr.
Piccola viola annuale a fiori giallo-pallidi, a distribuzione sud-europea.
Si rinviene negli incolti e nei pascoli aridi del territorio di Popoli
(presso le Svolte e le Gole Tremonti) ed inoltre anche nella Conca di
Capestrano e nelle Gole di S. Venanzio. Indicata precedentemente solo per le
Gole di Scanno. In Italia era nota per alcune regioni meridionali
(Basilicata e Calabria) e per la Sicilia (Pignatti, 1982).
Echium parviflorum Moench. Segnalato
da Pirone ed altri (1997) per gli ambienti aridi di Colle Capo Pescara,
unica località finora accertata per l’Abruzzo.
Agrostis gigantea Roth Grossa erba
perenne di ambienti palustri, alta fino a circa 1,5 m, a distribuzione
circumboreale; in Italia è nota per le regioni settentrionali. In Abruzzo
l’unica località di reperto è quella di Capo Pescara, ove risulta alquanto
rara in ambiente di magnocariceti a Carex riparia (Pirone et al., 1997).
Particolari vegetazioni
Nei pascoli aridi e nelle riarse pietraie del
colle sovrastante le sorgenti sono state evidenziate alcune tipologie di
pascolo arido con predominanti piante erbacee dalla precoce fioritura
primaverile. Tra esse Ammoido pusillae-Violetum hymettiae (nuova associazione).
Fitocenosi interessanti sono anche quelle caratterizzate dagli aggruppamenti
a Medicago minima var. recta ed Aegylops geniculata (Pirone ed altri 1997). Un recente elenco floristico (Pirone et al., 1997) delle entità rinvenute
nella Riserva Naturale Sorgenti del Pescara assomma a 563 taxa, così
ripartiti: 3 muschi, 3 pteridofite, 2 gimnosperme, 480 angiosperme
dicotiledoni, 75 angiosperme monocotiledoni.
Fauna:
Con circa 60 aree sorgentifere e una portata
media di circa 7.000 l/s, le Sorgenti di Capo Pescara danno origine ad un
biotopo straordinario e unico per la nostra regione. La limpidezza e la
purezza delle sue acque svolgono un ruolo determinante ed eccezionale per la
vegetazione igrofila, idrofitica ed elofitica, nonchè per i tanti animali
che la abitano. L’area centrale della Riserva, dal punto di vista naturalistico, risulta
essere la più importante. Essa è costituita da una zona umida, modellata da
un ampio specchio lacustre, circondata da altre zone periferiche con acque
più stagnanti che formano la zona palustre e parte del tratto fluviale che
si forma subito dopo gli anzidetti ambienti. Qui, grazie alle già citate
proprietà delle acque, i processi fotosintetici avvengono anche a profondità
di 4-5 m, garantendo così un’elevata produttività di fitoplancton, primo ed
importante anello per la catena alimentare dell’ecosistema. Con questa ricchezza ambientale, la fauna diventa la protagonista. In essa,
infatti, vive una diversificata avifauna il cui insediamento, o momentaneo
stazionamento, risiede nel gran valore che il biotopo costituisce. Nell’intrigata vegetazione trovano rifugio i
Rallidi, come l’elusivo
porciglione (Rallus aquaticus), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus)
e la folaga (Fulica atra), abbondante negli ultimi anni è l’Anatide germano
reale (Anas platyrhynchos). Tra i Podicipedidi si annovera come nidificante il
tuffetto (Tachybaptus
ruficollis). L’area in esame garantisce inoltre un ottimo ambiente per molte specie di
Anatidi che qui sostano durante i periodi di passo, e sono: l’alzavola
(Anas
crecca), la canapiglia (Anas strepera), il fischione (Anas penelope), il
mestolone (Anas clypeata), il moriglione (Aythya ferina), la
moretta (Aythya
fuligula), la moretta tabaccata (Aythya nycora), mentre per la famiglia
degli Ardeidi si annoverano, l’airone cenerino (Ardea cinerea), l’airone
bianco maggiore (Egretta alba), l’airone rosso (Ardea purpurea), la
garzetta
(Egretta garzetta), la nitticora (Nycticorax nycticorax). La folta vegetazione acquatica, a fragmiteto, agevola la nidificazione di
molti uccelli della famiglia dei Silvidi, tra questi, in modo particolare:
il forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus), la cannaiola (Acrocephalus
scirpaceus) e il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus). Nelle aree retrostanti, lungo le sponde e nel bosco, nidificano: il
pendolino (Remiz pendulinus), il martin pescatore (Alcedo atthis) la
ballerina gialla (Motacilla cinerea), il rigogolo (Oriolus oriolus), il
picchio verde (Picus viridis), il picchio rosso maggiore (Picoides major),
il torcicollo (Jynx torquilla), il cuculo (Cuculus canorus), l’occhiocotto
(Sylvia melanocephala), la capinera (Sylvia atricapilla) e il picchio
muratore (Sitta europeae). Durante i passi migratori, lungo gli ambienti acquitrinosi e nei prati si
possono osservare: la beccaccia (Scolopax rusticola), il beccaccino
(Gallinago gallinago), il piro piro piccolo (Actitis hypoleucos), il
piro
piro boschereccio (Tringa glareola), il piro piro culbianco (Tringa
ochropus), il combattente (Philomacus pugnax), il cavaliere d’Italia
(Himantopus himantopus), lo svasso maggiore (Podiceps cristatus) e il
falco
di palude (Circus aeruginosus), mentre sono da ritenere sporadiche ed
eccezionali le presenze del falco smeriglio (Falco columbarius), del
lodolaio (Falco subbuteo) e del gufo di palude (Asio flammeus). Meno rappresentati come numero di specie rispetto ad altri gruppi zoologici,
i Mammiferi svolgono un ruolo importante e senz’altro fondamentale per
l’intera biocenosi dell’area. Tra gli Insettivori, comune è il riccio (Erinaceus europeaus), la
talpa
(Talpa caeca), il toporagno comune (Sorex araneus) e il toporagno d’acqua
(Neomys fodiens). Tra i Roditori, è presente lo scoiattolo (Sciurus vulgaris meridionalis),
mentre più diffusi sono il ghiro (Glis glis), il quercino (Eliomys
quercicus) e il moscardino (Muscardinus avellanarius). Tra le arvicole sono presenti, la
rossastra (Clethrionomis glareolus),
quella terrestre (Arvicola terrestris) e quella del Savi (Pitymis savii).
Comuni sono i rappresentanti della famiglia dei Muridi, come il topo
selvatico (Apodemus silvaticus), il topolino delle case (Mus musculus), il
ratto nero (Rattus rattus) e il surmolotto (Rattus norvigicus). Un tempo, negli ambienti termofili circostanti la Riserva, era presente
l’istrice (Histrix aculeata), questo roditore notturno sembra essere
scomparso definitivamente. Frequente è la presenza della lepre (Lepus capensis). Tra i Carnivori troviamo la
volpe (Vulpes vulpes) come rappresentante della
famiglia dei Canidi. Poi seguono i Mustelidi con varie rappresentanze, come
il tasso (Meles meles), la faina (Martes foina), la puzzola (Mustela
putorius) e la più piccola donnola (Mustela nivalis). La lontra (Lutra lutra), un tempo presente a Capo Pescara e nei bacini
circostanti come l’Aterno, il San Callisto e il Tirino, oggi risulta essere
scomparsa come dalla maggior parte degli ecositemi fluviali nazionali. Per ultimo tra i Mammiferi e da ricordare la presenza del
cinghiale (Sus
scrofa) che solo occasionalmente attraversa l’area della Riserva. Tra gli Anfibi e con l’ordine degli Urodeli ricordiamo la bellissima
salamandra appenninica o gialla e nera (Salamandra salamandra gigliolii),
che nell’area naturale ama stabilirsi tra l’ambiente umido e la macchia
termofila. Il tritone italiano (Triturus italicus) ed il tritone crestato
(Triturus cristatus) e il tritone punteggiato (Triturus vulgaris) sono stati
localizzati nelle aree circostanti lo specchio lacustre. Tra gli Anuri è presente la
raganella (Hyla intermedia), il rospo (Bufo
bufo), la rana greca (Rana graeca) e la rana esculenta (Rana kl. ispanica). I Rettili hanno colonizzato, seppur con poche specie, gran parte degli
ambienti che la Riserva propone. Tra i Sauri annoveriamo l’orbettino (Anguis
fragilis) la lucertola muraiola (Podarcis muralis) rinvenibile in ambienti
più asciutti, la lucertola campestre (Podarcis sicula) presente un po’
ovunque e il ramarro (Lacerta bilineata) comune soprattutto sulle assolate
colline circostanti. Tra i Serpenti sono presenti la biscia dal collare (Natrix natrix) che più
di tutti ama vivere vicino all’ambiente acquatico, il biacco (Coluber
viridiflavus), presente ovunque, preferisce le zone più assolate e asciutte,
insieme al saettone (Elaphe longissima). Sono presenti inoltre la
natrice tassellata (Natrix tassellata) e il cervone
(Elaphe quatuorlineata). In un ecosistema umido non può mancare la descrizione della classe che più
di tutti è intimamente legata all’ambiente acquatico, i Pesci. La specie con il maggiore risalto scientifico è senza dubbio la
trota fario
(Salmo trutta) che nello specchio lacustre e nel primo tratto di fiume
sembra conservare ancora i caratteri della specie autoctona (P. Bianco,
1986), messa in serio pericolo da alcune specie alloctone per fini sportivi,
come l’importata trota iridea (Oncorhynchus mykiss). Di grande interesse scientifico per le sue complesse evoluzioni etologiche,
è lo spinarello (Gasterosteus aculeatus) oggi in forte diminuzione. Altro
piccolo pesce è la rovella (Rutilius rubilio) probabilmente autoctona,
(Giustiniani, 1797-1816). Nei due fiumi limitrofi, Pescara e Tirino e nei vari canali circostanti vive
abbastanza diffusa, l’anguilla (Anguilla anguilla). Interessante è la presenza nel bacino lacustre della
lampreda di ruscello
(Lampeta planeri), un vertebrato con corpo allungato, lungo circa 15 cm e
con evidenti caratteri di primitività, appartenente alla classe dei
Ciclostomi, famiglia Petromizontidi. Rarissimo in tutta Italia, trova a Capo
Pescara le condizioni biologiche ideali per vivere e riprodursi con una
popolazione stabile. Della famiglia dei Crostacei è abbastanza frequente il
gambero di fiume
(Austropotamobius pallipes). Scarse sono le notizie sugli insetti. Questa classe d’Invertebrati,
comunque, gioca un ruolo importantissimo, costituendo una consistente parte
di tutta la biomassa. La loro ampia valenza ecologica è determinta dalla
capacità di conquistare una grande varietà di ambienti, con un ruolo
rilevante nella catena alimentare. Il risultato è evidente e riscontrabile
nel buono stato di numerosi gruppi zoologici, quali Uccelli, Anfibi,
Rettili, Pesci e Mammiferi che di essi si nutrono.
Come
arrivare:
In Autostrada A
25 venedo da Pescara, uscita Bussi e proseguendo per Popoli; venendo da Roma, uscita di Sulmona e proseguendo per Popoli. |
L'educazione ambientale è una delle
attività più sviluppate nell'ambito della Riserva. Oltre alla maggiore attenzione del mondo della Scuola alle
problematiche ambientali, vi sono altri motivi che fanno sì che ogni
anno la Riserva sia meta di decine di festanti scolaresche.
L'offerta delle attività di educazione
ambientale si concretizza nella classica visita di mezza giornata,
in cui la scolaresca viene accompagnata attraverso i sentieri della
Riserva dagli esperti operatori che illustrano le particolarità
ambientali e le particolarità delle specie dell'avifauna presenti
nel bacino lacustre. È poi possibile affiancare la visita della Riserva con altre
iniziative, chiamate "Giornate di Educazione Ambientale" organizzate
dalla Cooperativa "Il Bosso" che attua le direttive dell'Ente
gestore. Orientireeng:
Attività di orientamento in natura in
cui i ragazzi saranno impegnati in prove di orientamento con
l'utilizzo di bussole, cartine e GPS. Inquadramento geografico della zona. Impariamo a leggere una cartina geografica. Prove di orientamento. Escursione sui sentieri delle Riserva per mettere in pratica quanto
appreso. |
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Valle dell'Orta
Notizie generali:
Provincia: Pescara.
Comune:
Bolognano, San Valentino in Abruzzo Citeriore.
Superficie: 378 ettari.
Tipologia: Gola fluviale cin grotte ed eremi, vegetazione
termofila.
Ente
Gestore: Comune di Bolognano Tel: 0858880132.
-
-
La riserva, nata nel 1989 e oggi compresa nel Parco Nazionale della
Maiella, si estende su un'area di 378 ettari dagli interessanti aspetti
naturalistici e storico-archeologici sul territorio dei comuni di Bolognano,
al quale è affidata la gestione, e San Valentino in Abruzzo Citeriore,
entrambi in provincia di Pescara. Nella zona tutelata si aprono numerose
grotte, fra cui la Grotta dei Piccioni e la Grotta Scura, che hanno
restituito tracce di antichi insediamenti umani.
-
Flora:
-
Le tre specie arboree dominanti sono il Pino nero, il Pino d'Aleppo e il
Cipresso, ma l'esperto di botanica potrà ammirare rare entità floristiche
come la Coronilla valentina, la Campanula fragilis e le numerose specie di
orchidee.
-
Fauna:
-
Anche la fauna è molto ricca. Tra gli anfibi si segnalano l'Ululone dal
ventre giallo ed il Rospo smeraldino e tra i rettili il Colubro di Esculapio
ed il Cervone. Numerosi gli uccelli. Tra questi il Rondone maggiore
è stato
scelto come simbolo della riserva. Degna di nota la presenza della Lontra
nelle acque del Fiume Orta. I periodi migliori per la visita sono la
primavera e l'autunno.
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Voltigno e Valle d'Angri
Notizie generali:
Provincia: Pescara.
Comune: Brittoli, Carpineto della Nora, Civitella Casanova,
Farindola, Montebello di Bertona, Ofena, Villa Celiera, Villa Santa Lucia.
Superficie: 5172 ettari.
Tipologia: Versante orientale del Gran Sasso; faggete,
conca montana carsica; area faunistica del camoscio d'Abruzzo.
Ente Gestore: Ente Parco Nazionale del Gran Sasso - Monti
della Laga, via Roio, 10-12 - 67100 L'Aquila, Tel: 0862401903 / 0862414504.
Tra i versanti aquilano e
pescarese del Gran Sasso, èstata istituita nel 1989 ed è oggi compresa nel
Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga. Tutela 5.172 ettari nei
comuni di Brittoli, Civitella Casanova, Carpineto della Nora, Farindola,
Montebello di Bertona, Ofena, Villa Celiera e Villa Santa Lucia. Cuore della
Riserva sono l'altopiano del Voltigno e il Vallone d'Angri. Il periodo
migliore per la visita va dalla primavera all'autunno.
Flora:
Se nella fascia pedemontana si
assiste ad una spontanea ricolonizzazione della vegetazione termofila, nel
Vallone d'Angri la varieta’ di alberi ed arbusti è ancora piu’ ricca. Sono
presenti numerosi aceri che in autunno esplodono di colori. Nel Canalone di
Fonno si trovano il Tiglio, il Tasso, il Frassino ed il
Carniolo. Nelle
radure compaiono esemplari di Sorbo e Biancospino. Interessante il
patrimonio floristico che comprende la Genziana maggiore, L’Anemone
dell'Appennino, il Narcissus poeticus e la Gymnadenia conopsea, un'orchidea
spontanea.
Fauna:
Al patrimonio vegetale si
aggiunge una ricca presenza faunistica. Da segnalare: il Capriolo, il
Lupo,
la Faina, la Donnola e lo Scoiattolo. Numerosi i rapaci: l'Aquila reale, il
Falco pellegrino, la Poiana.
La riserva, che si
estende sul territorio di Brittoli, Carpineto della Nora, Civitella
Casanova, Farindola, Montebello di Bertona, Villa Celiera - in
provincia di Pescara - e Villa S. Lucia e Ofena in provincia di
L'Aquila, offre varie possibilità ricreative: dallo sci di fondo
all'escursionismo; dal deltaplano e parapendio alle palestre di
roccia e al bird-watching. |
Città Sant'Angelo
con annesso orto botanico
Notizie generali:
Parco Territoriale Attrezzato istituito con
L.R. 20 novembre 1990 n. 90 Tipologia: Tratto fluviale con bosco ripariale
Superficie: 10 ettari Comune: Città S. Angelo Provincia: Pescara
Ente Gestore: Comune di Città S. Angelo
-
L'area protetta istituita nel 1990, di circa 10 ettari, e' posta nelle
prossimita’ del fiume Fino e presenta una densa foresta ripariale di
fondovalle composta da Pioppo nero, Pioppo bianco, Roverella,
Robinia, Olmo
e Salice Bianco.
-
Le specie arbustive annoverano il Sambuco, il Tamaro, il Biancospino, il
Sanguinello, e il Nocciolo. Nell’area dell’Orto Botanico sono state
rinvenute oltre 200 specie di vegetali.
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di
Vicoli
Notizie generali:
Parco Territoriale Attrezzato istituito con
L.R. 13 novembre 1990 n. 85 Tipologia: Alveo fluviale con vegetazione ripariale
Superficie: 10 ettari Comune: Vicoli Provincia: Pescara
Ente Gestore: Comune di Vicoli
Il parco, istituito nel 1990, è attraversato da
un’antica mulattiera che scende verso il fiume Nora alla quale si accede
dalla strada che proviene dal borgo antico di Vicoli.
Flora:
I dieci ettari di
territorio protetto sono coperti da bosco misto con carpino, maggiociondolo
e nocciolo; nelle zone più esposte e calde compaiono la roverella e, nello
strato arbustivo, il ginepro e la ginestra; in basso, in prossimità del
corso d’acqua, appare la tipica vegetazione dei luoghi umidi con salici e
pioppi.
Fauna:
Nell’area si può avvistare il martin pescatore e scoprire le tracce
di numerosi animali fra cui rapaci e mammiferi mustelidi come tasso,
faina e
donnola. Nelle acque del Nora nuotano trota, cavedano e
barbo mentre varie
specie di anfibi si possono incontrare sulle sue rive.
Il parco è un luogo
particolarmente adatto alle famiglie ed è dotato di aree attrezzate.
|
F =
facile
M = medio
D =
difficile |
Escursioni e passeggiate:
1. Escursione Fonte della Faina (
inoltrandosi per la via della Fonte della Faina si può ammirare
l'architettura dell'antica fonte di epoca non precisa. Dopo aver
attraversato la strada provinciale, ai lati del sentiero si possono
vedere numerose sorgenti allo stato puro e la cascatella dell'acqua
Scioppo con altezza di circa 40 mt.) F
2. Escursione Fiume Nora (Qui si possono ammirare i resti di un
antico mulino ad acqua.percorrendo si può osservare la Torre usata
in tempi medievali per comunicazioni tramite segnali luminosi fatte
con le torce.) F
3. Escursione Borgo Medievale (qui si possono osservare la Fonte di
Vicoli Vecchio con strutture architettoniche in pietra e mattoni, il
vecchio Torrione, le Grotte baronali, la porta Portareccia. Per chi
attraversa il Fiume Nora, può osservare, in tutta la sua integrità,
l'antico mulino Brandolini. F |
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Sorgenti sulfuree
del Lavino
Notizie generali:
Parco Territoriale Attrezzato istituito con L.R. 29 maggio 1987 n. 25
Tipologia: Sorgenti sulfuree con laghetti e bosco ripariale Superficie: 37,8 ettari
Comune: Scafa Provincia: Pescara Ente Gestore: Comune di Scafa
Il parco di 40 ettari, istituito nel 1987, e’
situato a pochi chilometri da Scafa dove
il piccolo torrente di montagna proveniente dal settore sud-occidentale
della Majella diventa il Fiume Lavino e nei pressi di Decontra riceve
le acque sulfuree delle omonime sorgenti. Il complesso delle risorgenze
delle acque sulfuree e’ molto suggestivo grazie ai laghetti azzurro-turchese
per la presenza di solfati disciolti.
Flora:
Il paesaggio circostante è agricolo mentre
Salici e Pioppi delimitano la zona
d'acqua contornata da Tife, Giunchi e Cannucce. Le alghe colorano il fondo
dei laghetti con le due diverse tonalita’ dell'azzurro e del verde.
Risalendo il corso d'acqua si incontrano la Roverella e l'Orniello. In
qualche altro settore si trova l'Acero campestre, il Carpino, la
Robinia e
il Biancospino. La Ginestra, i Ciclamini e le Pervinche colorano il
sottofondo dei boschetti.
Fauna:
A contatto con l'acqua vivono la Gallinella
d'acqua, l'Usignolo di fiume, la Ballerina gialla e il Martin pescatore.
Nelle aree agricole si ascoltano i versi di Capinere, Scriccioli,
Lui,
Sterpazzoline, Verzellini e Cardellini. Si aggirano di notte, invisibili, la
Donnola, la Faina, il Tasso e la Volpe.
Come arrivare:
In auto: Da Scafa si può prendere la
strada che sale verso Lettomanoppello o quella che porta a Decontra.
Si può lasciare l'auto sulla strada da Scafa a Lettomanoppello, nel
tratto che costeggia il fiume, oppure a Decontra.
|
Per visitare il
parco è sufficiente percorrere a piedi il corso del fiume |
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Pineta d'Annunziana
Notizie generali:
Legge
istitutiva: L.R. n.96 18/05/2000; L.R.
n.19 09/05/2001
Ente Gestore:
Comune di Pescara
Estensione:
53 ettari circa
Indirizzo:
Via D'Avalos, 65100 - Pescara - Tel. 085.4246204;
085.4283767
Le differenze negli ambienti di sedimentazione
recenti vanno viste in relazione all’evoluzione dell’area avvenuta in tempi
storici; infatti, fino alla costruzione della cinta bastionata realizzata da
Carlo V, il fiume Pescara presentava due apparati di foce principali, di cui uno
(la “Palata”) sfociava in mare nell’area della Pineta.
Successivamente, una volta incanalato il fiume in un’unica foce, rimasero alcune
zone palustri residue (stagni della Palata e Vallicella Maggiore in destra
idrografica), in seguito bonificate; la bonifica avvenne sia con il ritombamento
con sabbia di mare che con l’apertura di vie dirette al mare.
Ciò spiega sia la frequente interdigitazione tra depositi fluviali e depositi
litorali che la presenza di orizzonti torbosi di origine lagunare.
La Pineta D’Avalos è una zona sostanzialmente pianeggiante, spesso depressa
rispetto alle aree limitrofe, con alcuni relitti di cordoni dunali, sebbene
profondamente alterati dall’azione antropica.
Gli acquiferi principali sono sostanzialmente rappresentati dall’orizzonte
ghiaioso-sabbioso e dalla copertura sabbioso-ghiaiosa.La Riserva Naturale Pineta
Dannunziana, istituita con L.R. 96/00 si estende per una superficie di 53 ettari
circa, di cui solo 35 ettari restano dell’antica selva, ricoperti
prevalentemente di vegetazione naturale e seminaturale in prevalenza con Pino
D’Aleppo, Roverella e Olmo.
Tale area, nota anche come Pineta D’Avalos, prese nome dall’antica famiglia che,
al tempo dei governi borbonici, possedeva il Marchesato di Pescara, nel quale
era compresa l’antica selva di 3.000 ettari di pineta litoranea.
Nel corso degli anni a seguito della costruzione delle infrastrutture: strada
statale adriatica n.16, della ferrovia (1862) e della viabilità locale iniziò un
processo di trasformazione con la lottizzazione di diverse aree e la
realizzazione di villini , della chiesa e della scuola.
La costruzione che meglio di ogni altra caratterizzò la trasformazione della
Pineta fu l’edificio denominato Kursaal, inaugurato nel 1910 come ritrovo
culturale e ricreativo della borghesia pescarese e successivamente ampliato sul
progetto dell’arch. Giovanni Michelucci, destinato ad industria liquoriera.
La Pineta D’Avalos è stata suddivisa in 5 comparti di cui il primo ancora oggi
di proprietà privata ed i restanti comparti 2, 3, 4, e 5 di proprietà Comunale,
e ancora oggi, è un tassello fondamentale del mosaico vegetazionale abruzzese, e
rappresenta l’ultimo frammento di storia naturale della costa pescarese.
Nel territorio protetto si rinvengono residui di sistemi dunali costieri di cui
restano pochi e rari lembi lungo la costa adriatica.
Flora:
Pineta a dominanza di Pino d’Aleppo, con Roverella,
Olmo, Acero campestre, Pioppo bianco, Sanguinello,
Mirto, Pungitopo, Asparago
pungente, ecc.; Prateria alo-igrofila a Canna Del Po e Giunco nero; Gariga a
dominanza di Cisti.
Zafferanetto di Rolli, Zafferanetto di Colonna,
Aglio minuscolo, Giunco marittimo, Giunco subnodoso, Lino
marittimo, Clematide
paonazza, Centauro tenue, Erba Luigia minore, Camedrio scordio,
Grespino
marittimo, Melica minuta, Tarassaco delle paludi, Orchidee.
Fauna:
Tuffetto, Airone, Cormaro, Cicogna
bianca, Marzaiola, Poiana, Fagiano, Cavalliere d’Italia,
Pavoncella, Piro piro,
Colombaccio, Tortora, Cuculo, Gufo, Martin pescatore,
Picchio, Rondine,
Codirosso, Passero solitario, Rampichino, Gazza, Lucarino.
Riccio, Toporagno
comune, Talpa cieca, Pipistrello nano, Topo selvatico,
Ratto delle chiaviche,
Ratto nero, Topolino delle case. Volpe, Tasso, Donnola,
Faina, Tritone crestato
italiano, Rospo comune, Rospo smeraldino, Rana verde,
Geco comune, Geco
verrucoso, Orbettino, Ramarro, Lucertola campestre, Biacco,
Colubro di
Esculapio, Biscia d’acqua dal collare.
Come arrivare:
A14, uscita Pescara Sud; - A25, uscita
Pescara Villanova |
Forca di Penne
Notizie generali:
Tipologia: Valico appenninico
con faggete e cerrete; centro di ricerca ornitologica .
Provincia: L'Aquila, Pescara.
Comune: Brittoli, Capestrano, Corvara.
Superficie: 327 ettari.
Ente Gestore: Sezione regionale del WWF Abruzzo, tel.
085373117 (aperta tutto l'anno, visite guidate).
Pescosansonesco
Municipio 085.8889135
Oasi WWF 085.85224
Capestrano
Coop. Daphne 0864.49857
Al confine tra il massiccio del Gran Sasso e le
colline della Val Pescara, punto di passaggio naturale per gli
spostamenti tra l'interno e la costa, Forca di Penne, estesa su 350
ettari e compresa nel Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga e’ tra i
luoghi piu’ interessanti d'Abruzzo per gli ornitologi. Sul valico, a poca
distanza da una torre medievale, sorge dal 1990 il Centro Ornitologico
con annessa stazione di inanellamento.
Fauna:
Tra le specie stanziali si
segnalano l'Aquila, il Falco pellegrino, il Gheppio, lo
Sparviero, la
Poiana, l'Allocco, il Barbagianni, l'Averla piccola, il
Codirosso
spazzacamino e il Picchio verde. Da novembre ad aprile è notevole il passo
(soprattutto serale) di Cardellini, Fringuelli, Verdoni e altre
specie di fringillidi. A primavera transitano di qui anche l'Albanella, la
Poiana, il Falco pecchiaiolo.
F =
facile
M = medio
D =
difficile |
Escursioni e passeggiate:
Numerose sono le strade di accesso alla
zona.
Punto di partenza più comodo è comunque
il casello di Torre de' Passeri, da cui si sale a
Pescosansonesco attraverso Castiglione a Casauria. M
(F con allenamento)
|
Riferimenti presi da parks.it -
corpoforestale.it - regione.abruzzo.it - abruzzoworld.com -
riserveabruzzo.it - siti ufficiali Comuni
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